Disagio e dipendenze, è nato il primo “Cef” 

Sèn Jan, inaugurato ufficialmente il Centro Ecologico Familiare, trait d’union fra pubblico e privato 


di Valentina Redolfi


SÈN JAN. All’oratorio di Pozza di Fassa, in una sala piena di persone, è stato inaugurato ufficialmente nei giorni scorsi il Centro Ecologico Familiare, una nuova realtà in Val di Fassa attiva da qualche settimana e con uno scopo ben preciso: accogliere e aiutare tutte le persone che soffrono di disagi sociali comuni. Fino ad ora in valle sono stati attivi i Club soprattutto frequentati da persone dipendenti dall’alcool, ma negli ultimi anni i Club hanno accolto anche le altre dipendenze e così ora è nato un punto di riferimento tutte le dipendenze: gioco d’azzardo, depressione, elaborazione del lutto, disturbi alimentari, dipendenze dai socialmedia e altre possibili dipendenze reali e presenti in ogni comunità.

Il “Cef” è dunque un nuovo spazio, è già attivo, la sede è a Pozza di Fassa. La servitrice è Marta Zappini (della Lavanderia da Marta a Pera di Fassa). Zappini ha introdotto la serata e ha spiegato il significato del nome: Club come sinonimo di gruppo, unità, impegno, darsi una mano e esserci; Ecologico come sobrietà, stile di vita semplice e infine Famiglia come unione, dialogo, confronto e condivisione.

In sala a spiegazione del progetto è poi intervenuto il presidente dell’Acat di Fassa Giuliano Righy Pellegrin che ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questa nuova realtà che contribuisce al rafforzamento della rete già attiva coi i servizi pubblici e privati: il Comun general de Fascia e i servizi socio-assistenziali, i vari Acat in valle di Fassa e Fiemme e ancora le associazioni come per esempio “Occhio al gioco” di Marino Pederiva presente martedì. «Vedo che solo grazie ai club – ha detto Pederiva – le persone riescono davvero a smettere e avere una speranza di non ricadere più nella dipendenza. Dai numeri sul gioco in Italia sembra che il nostro contributo sia una goccia nel mare, ma dobbiamo continuare a esserci e dare un’opportunità a tutti coloro che decidono di risolvere le loro problematiche. Farlo assieme è davvero importante».

In sala è intervenuto lo psicologo Federico Comini della cooperativa “Le Rais” che, con il Comun general de Fascia, ha attivato uno sportello di dialogo e ascolto al Laboratorio Sociale Anffas a Vigo di Fassa. Ogni mercoledì dalle 16 alle 18 ci si può recare anche solo per chiedere un consiglio, personale o per parenti, amici o conoscenti. Il medico di medicina generale e servitore dei Club Claudio Zorzi ha ricordato che la Val di Fassa è sempre stata un esempio e che il Club alcologico di Vigo, “Club Valli dell’Avisio” è stato il quarto attivo nel Trentino.

Il primo è stato a Cles nel 1984 e quello della Val di Fassa è nato nel 1985. Zorzi ha invitato la popolazione ad avvicinarsi al club e dare anche disponibilità per diventare servitori.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.