«Critica politica»: la denuncia  di Vanzo archiviata

Cavalese. L’ex consigliere comunale Mario Vanzo “Shaft” ora ha potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo. La querela per diffamazione a mezzo stampa che il sindaco di Cavalese Silvano Welponer...



Cavalese. L’ex consigliere comunale Mario Vanzo “Shaft” ora ha potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo. La querela per diffamazione a mezzo stampa che il sindaco di Cavalese Silvano Welponer aveva fatto all’indomani del referendum sul teatro comunale è stata definitivamente archiviata. Il giudice per le indagini preliminari Claudia Mori l’8 gennaio scorso ha infatti accolto la richiesta di archiviazione presentata ancora il 19 novembre del 2018 dal Pubblico Ministero Pasquale Profitti.

Lo scontro sul referendum

La vicenda era nata in seguito ad un intervista fatta sul Trentino a Mario Vanzo che aveva promosso la consultazione referendaria avvenuta il 23 settembre del 2018. Il referendum come è noto è stato bocciato dalla popolazione poiché non è riuscito a superare il quorum. Nell’intervista Mario Vanzo aveva ribadito che a suo giudizio sulla bocciatura aveva influito anche l’invito palese fatto alla popolazione dal sindaco Welponer che aveva invitato la gente a disertare le urne. Ma la frase che aveva fatto arrabbiare il sindaco Welponer e che era diventata oggetto della querela diceva esattamente: «Peccato che molti cittadini, specialmente i dipendenti comunali abbiano avuto paura delle ritorsioni nei loro confronti se andava a votare».

La causa

Nella causa intentata dal sindaco Welponer Mario Vanzo era assistito dall’avvocato Beppe Pontrelli. Ma già nella prima udienza in Tribunale a Trento il Giudice per le indagini preliminari Pasquale Profitti eveva rilevato che «dagli atti procedimentali non emergono elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio. La persona offesa, il sindaco di Cavalese - si legge nella richiesta di archiviazione - ha ammesso che nel corso della campagna referendaria aveva espresso la propria adesione alla scelta dell’astensione. Del tutto formalistica la pretesa – aggiunge il giudice Pasquale Profitti – che egli in tali casi agisse come privato cittadino; nei fatti era il sindaco di Cavalese e si pronunciava su una questione che riguardava la comunità della quale era sindaco. L’indagato nella sua intervista – si legge ancora nella richiesta di archiviazione – non ha affermato che il sindaco abbia prospettato ritorsioni per chi fosse andato a votare, ha espresso l’opinione che alcuni cittadini, in particolare i dipendenti comunali abbiano avuto paura delle ritorsioni in caso di loro decisione avversata dal sindaco».

L’affermazione come conferma il giudice si inserisce dunque nell’ambito di una evidente critica politica, espressione di un diritto costituzionale e quindi non può essere considerata offensiva. Da qui la decisione di richiedere l’archiviazione, confermata dal gip di Trento. L.CH.













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