Centomila visualizzazioni per il “gattista”
Canazei. Un desiderio che si avvera ha sempre il sapore della favola a lieto fine. E probabilmente racconterebbe, come una bellissima storia, l’avventura vissuta in Val di Fassa, a bordo di un gatto...
Canazei. Un desiderio che si avvera ha sempre il sapore della favola a lieto fine. E probabilmente racconterebbe, come una bellissima storia, l’avventura vissuta in Val di Fassa, a bordo di un gatto delle nevi della skiarea San Pellegrino, Filippo, sette anni di Legnago (Verona). È lui il bambino è il protagonista del video “Gattista per un’ora” - realizzato dai giornalisti Elisa Salvi ed Andrea Selva per l’Apt di Fassa - che in due giorni ha ottenuto - sulla pagina Fb di Fassa - 100 mila visualizzazioni, migliaia di like e di commenti positivi. Filippo, assieme alla mamma Chiara Feriotto, al Col Margherita è salito a bordo del gatto delle nevi condotto da Ezio De Pellegrin e ha vissuto l’emozione di preparare qualche pista assieme a lui. Seduto in cabina Filippo, con accanto la mamma, ha assistito, tra il resto, a una spettacolare “enrosadira” sulle Dolomiti al tramonto. Ma il giovane appassionato di sci e di gatti delle nevi non si è lasciato distrarre troppo dal paesaggio e, incuriosito dal mezzo e dalla sua funzione, ha posto tante domande al gattista: «A cosa serve il rimorchio? E la lama come si usa? Battiamo tutte le piste anche “La Volata” che è ripida, ripida, ripida? Che funzione ha il verricello? Il gatto ha gli stessi cavalli di una Ferrari?».
De Pellegrin, che vanta il soprannome di “poeta” (come scritto anche sul suo gatto rosso fiammante), ha risposto a tutto, con simpatia e disponibilità, spiegando al giovane ospite a bordo che il rimorchio è una fresa che serve a lisciare le piste, il verricello aiuta a lavorare, in sicurezza, nei punti più erti e la lama a raccogliere la neve che gli sciatori spingono a valle: «Vedi Filippo quanta neve riportiamo su con il gatto? Con questa adesso facciamo le piste perfette». Qualche curiosità se le è tolta anche mamma Chiara, emozionata quanto il figlio: «Come si diventa gattisti?». Una domanda a cui Ezio ha risposto con lo stesso entusiasmo che mette nel suo lavoro da quarant’anni (ha 57 anni e ha cominciato a 17): «Con passione. Senza quella, non si passano tante notti d’inverno a lavorare sul gatto delle nevi». Filippo, affascinato dalla macchina potente che si muove con agilità sulla neve, ha concluso la sua incredibile esperienza anche con un dono (un gatto delle nevi giocattolo) da parte di Ezio. Poi, si è congedato da lui con tutta la spontaneità dei suoi sette anni: «Grazie Ezio! Ciao».