Boom di iscrizioni ai corsi per conoscere il ladino
Pozza, sono 106 le persone che si sono iscritte in vista del festival dell’Aisciuda Rasom (Comun): «Non ci aspettavamo una partecipazione tanto numerosa»
POZZA . Sono centosei le persone iscritte ai corsi, promossi dall’edizione 2018 dell’Aisciuda Ladina - festival dedicato a lingua e cultura di minoranza - e rivolti a quanti provengono da altre zone d’Italia o dall’estero, ma vivono in Fassa e desiderano imparare o approfondire l’idioma locale. «Non ci aspettavamo - dice Sabrina Rasom, responsabile dei Servizi Linguistici e culturali del Comun general de Fascia, che ha organizzato l’iniziativa - una partecipazione tanto numerosa. È una soddisfazione, ancor prima di cominciare le attività. Siamo certi che raccoglieremo ottimi risultati da presentare all’Asciuda ai primi di maggio». Così, il 19 marzo si sono ritrovati, nella sede del Comun general de Fascia, i “nuovi parlanti” per la presentazione dei diversi laboratori - sviluppati, tra marzo e aprile, in cinque lezioni di due ore ciascuna - tutti diversi tra loro, ma uniti dalla parola d’ordine: “rejonèr ladin” (parlare in ladino).
È questa la finalità dell’iniziativa: avvicinare chi non è madrelingua ladino, ma è incuriosito dall’idioma, a parlarlo grazie al supporto dei ladini. Ai laboratori, infatti, partecipano anche fassani che agevoleranno la fruizione linguistica assieme alla possibilità di coltivare le proprie passioni, soddisfatte dalle variegate proposte. Si va dall’avvicinamento alla scultura, alla realizzazione di fiori di carta lucida, alla scrittura creativa, alla storia locale fino alla cucina. Ed è quest’ultima - in linea con tutti i trend - a raccogliere il maggior numero di iscritti, oltre trenta, che avranno la fortuna (divisi in un paio di brigate) di entrare, niente meno, che nella cucina dello chef stellato Stefano Ghetta per preparare pure il buffet d’inaugurazione dell’Aisciuda Ladina. Una trentina anche gli appassionati di storia che seguiranno le lezioni di Fernando Brunel, presidente dell’Union di Ladins de Fascia che, tra visite a Museo Ladino, Mèlga de Fascia, Molin de Pezol, Pieve di Vigo e Santa Giuliana e a Passo Sella, illustrerà le vicende salienti del passato valligiano. Una ventina, poi, gli amanti della scrittura che si cimenteranno con la professoressa Silvia Murer in composizioni creative di prosa, ma anche in qualche verso poetico. Quasi una quindicina gli apprendisti dello scultore Andrea Dorigatti che li porterà negli spazi del liceo artistico di Pozza, per avviarli, in primis, alla decorazione.
Altrettanti gli interessati alla realizzazione dei fiori di carta lucida che avranno come mentore Mario Rasom, l’unico in valle che li realizza come un tempo, affiancato da Claudia Conta, che ha spiegato: «Ci proponiamo di rinnovare una tradizione che sta scomparendo: in passato i fiori di carta adornavano i cappelli dei coscritti. I corsi dell’Aisciuda Ladina ci offrono anche quest’opportunità».