A Cavalese un grande raduno dei comitati per i punti nascita
I rappresentanti di Arco e Tione verranno a sostenere quelli di Cavalese alla manifestazione in programma domani, venerdì 30 marzo, alle ore 14
CAVALESE. Un summit a difesa dei punti nascita. Ci saranno anche i rappresentanti del Comitato «Salviamo il Punto Nascita di Arco» e del Comitato di Tione alla manifestazione organizzata domani, venerdì 30 marzo, a Cavalese dal Comitato per la difesa del Punto Nascita e dell’Ospedale della Val di Fiemme.
«Assistiamo anche nel caso del Punto nascite di Cavalese, esattamente come successo per Arco - si legge in una nota del Comitato arcense - al solito scarica barile tra Provincia e Ministero che tramite il Comitato percorso nascita nazionale indica i parametri e gli standard di sicurezza necessari al mantenimento di un punto nascita su un territorio, tenendo conto anche delle deroghe possibili e in alcuni casi concesse».
«Se le carenze nel soddisfacimento degli standard di sicurezza del Punto nascita di Cavalese, come avvenne due anni fa con la chiusura di Arco, andavano indubbiamente recuperate con gli opportuni adeguamenti strutturali, strumentali e di personale è evidente che la competenza era in capo all’Azienda Sanitaria che avrebbe dovuto e potuto per tempo procedere con gli opportuni investimenti in coordinamento con il Ministero. Di fatto - prosegue la nota - questo non è avvenuto e per conto nostro la responsabilità politica è evidente e rintracciabile in ogni scelta fatta in questo ambito a partire dalla firma degli accordi Stato Regioni e Province Autonome del 2010».
«Quelli che oggi, essendo stati al Governo di questa Provincia e dell’Azienda Sanitaria negli ultimi 5 anni e oltre, vorrebbero sottrarsi dalle proprie responsabilità, nascondendosi dietro le indicazioni del Comitato Percorso Nascita nazionale, dimostrando così tutta la propria irresponsabilità e distanza dai cittadini, dalle problematiche locali dei territori, devono ricordare che per essere rieletti - conclude il documento - dovranno passare dagli stessi territori cosiddetti di periferia che hanno calpestato con la propria inerzia e ignavia».