la protesta

Ferrovie, oggi 8 ore di sciopero: «Basta aggressioni al personale»

Sindacati uniti: «Non c’è stato alcun intervento da parte dei datori di lavoro. Servono azioni immediate»



BOLZANO. Oggi 9 settembre, dalle 9 alle 17, sciopero nazionale di 8 ore di macchinisti e capitreno di Trenitalia, Italo, Trenord, Trenitalia Tper. La protesta è proclamata unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa - “per gravi eventi lesivi della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“Come organizzazioni sindacali – recita una nota dei sindacati altoatesini – denunciamo che a tutt’oggi, preso atto dell’ennesima aggressione al personale in servizio sui treni non abbiamo potuto apprezzare alcun intervento da parte dei datori di lavoro (aumento delle risorse a supporto del personale di front line) e neanche una maggiore incisività da parte del legislatore rispetto alle proposte fatte come parti sociali (daspo trasporti, revisione della normativa in essere). La gravità e l’intollerabilità delle numerose e violente aggressioni non consente indugi e necessita urgentemente di un fermo e risolutivo intervento a tutela della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente prestano sui treni un servizio alla collettività”.

"Oramai da anni assistiamo, anche in Provincia di Bolzano, quasi quotidianamente a intollerabili casi di aggressione, sia fisica che verbale, ai danni del personale che lavora sui treni e registriamo un aumento estremamente preoccupante di situazioni sempre violente, scatenate per futili motivi. Solo per l’anno corrente abbiamo contato 13 aggressioni con conseguente ospedalizzazione! Dal conteggio sono escluse tutte le aggressioni verbali, minacce e sputi diretti verso il personale, che causano, come immaginabile, ricadute sotto un aspetto emotivo e psicologico non indifferenti”.

"Purtroppo per motivi legati alla non certezza della pena per l’aggressore non vengono segnalati. Aggiungendo questi, il numero salirebbe drasticamente. Le stazioni stanno diventando aree minacciate da una condizione generale di malessere diffuso e da persone che vivono al limite della legalità, determinando, soprattutto in alcuno fasce orarie serali, un forte senso di insicurezza sia tra gli operatori del settore che tra utenti e cittadini: come se l’operatore front line fosse considerato l’unico responsabile di qualsiasi eventuale difformità e/o disservizio del trasporto, tanto da diventare facile preda di una insoddisfazione generalizzata, che può trascendere in violenza”.

"Il fenomeno delle aggressioni richiede azioni immediate e di lungo termine (ad esempio accelerando l’installazione dei tornelli, aumentando i presidi di polizia ferroviaria anziché sguarnirli, più le scorte con squadre di controlleria in ausilio al capotreno, ripensando ad introdurre le bodycam o strumenti simili, etc.) in modo tale d’intervenire con la pronta repressione del fenomeno, ma contemporaneamente cercando di creare condizioni generali e di contesto che impediscano il ripetersi nel tempo di tali situazioni”.

"Ciò che a nostro avviso manca completamente è il tema della prevenzione, elemento fondamentale per evitare che certi atti e comportamenti siano posti in essere. Abbiamo bisogno che venga creata una generale “cultura della sicurezza” attraverso azioni specifiche rivolte all’utenza nonché agli operatori front line. Capitreno e macchinisti sciopereranno per una giusta causa perché chi svolge dignitosamente il proprio lavoro non deve per nessun motivo subire tutto questo e altrettanto chi paga un biglietto ha diritto di viaggiare in orario e in tranquillità!”













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