Ecco la super slitta per sfrecciare su neve, ghiaccio e asfalto. Andrà in Alaska
Progettata dagli studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale sarà utilizzata dagli esploratori Maurizio Belli e Fulvio Giovannini nell’impresa. Leggera e facile da usare, capace di resistere a freddo, urti e abrasioni per 40 giorni lungo i 1300 chilometri sulle orme dei vecchi cercatori d’oro, nello Yukon. GUARDA LE IMMAGINI: Progettisti ed esploratori pronti alla partenza
TRENTO. Una slitta che si trasforma in carro, capace di percorrere 1300 chilometri tra i ghiacci dell'Alaska in una traversata da Nord a Sud e poi da Est a Ovest. L'ha costruita un gruppo di nove studenti del Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Trento su incarico di Maurizio Belli e Fulvio Giovannini, due esploratori che tra pochi giorni partiranno alla volta di Yukon, cittadina a nord del Circolo polare artico, per iniziare l'impresa.
L'obiettivo è ripercorrere il cammino dei cercatori d'oro e raggiungere Anchorage in 40 giorni, sfidando le difficoltà del percorso e le temperature vicine ai meno 30 gradi. Nel lungo percorso con gli sci lungo un fiume ghiacciato e poi su strada asfaltata e innevata dovranno trasportare cibo, attrezzature, tende proteggendo il loro carico dal freddo, dagli urti e dalle abrasioni.
A dar loro una mano ci sarà "3ska", la slitta progettata per essere un mezzo anfibio da terra e neve capace di trasformarsi velocemente in funzione dello stato del terreno e delle necessità degli esploratori. Per costruirla, c'è voluto un anno di lavoro da parte degli studenti universitari, guidati dai professori Stefano Rossi e Luca Fambri. Il progetto, presentato oggi a tutta la comunità accademica, è partito ad aprile 2018 con la prima riunione tecnica. Gli studenti hanno scelto di realizzare uno scafo dalla forma tradizionale su cui montare all'occorrenza due perni a sbalzo, rimovibili. Sui perni possono essere fissate due ruote, una per lato per consentire allo scafo di scivolare bene sulla neve.
Per far scorrere la slitta sulla strada è sufficiente inserire i perni e le ruote e trasformarla così in un carro. «Questo è un sistema molto usato sui mezzi impiegati per le spedizioni artiche. Ma noi abbiamo voluto perfezionarlo. La slitta infatti rimane instabile sulle due ruote e il bilanciamento avviene solo grazie al traino che però pesa in parte sul conducente. Per alleggerire lo sforzo abbiamo deciso di aggiungere una terza ruota dietro, rimovibile all'occorrenza», spiega Matteo Simeoni, uno degli studenti che ha partecipato al progetto.