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Disordini al Brennero, condannati in appello 63 anarchici: pene per 129 anni di carcere

La protesta nel 2016 contro il muro anti-migranti annunciato dall’Austria. Confermata dai giudici l’insussistenza del reato più grave: devastazione e saccheggio



BOLZANO. Si è concluso oggi (17 marzo) a Bolzano, in un tribunale blindato per l'occasione, il processo d'appello a 63 anarchici che erano stati condannati in primo grado per vari reati commessi al Brennero il 7 maggio 2016. In occasione di una manifestazione di protesta contro il cosiddetto muro anti-migranti, che era stato annunciato dal governo austriaco ma che non venne poi realizzato, gli anarchici provenienti da varie regioni italiane avevano dato vita ai disordini.

In primo grado erano state emesse condanne per un totale di 166 anni, mentre in appello la somma complessiva è scesa a 129 anni. Le condanne vanno da un minimo di 5 mesi a un massimo di 5 anni, in base ai reati contestati ai singoli imputati: dalla resistenza a pubblico ufficiale alla radunata sediziosa, dal danneggiamento all'interruzione di pubblico servizio.

La Corte d'appello ha invece confermato, come già stabilito dal giudice di primo grado, l'insussistenza del reato più grave, quello di devastazione e saccheggio, che era stato contestato dalla procura generale. 













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