Da Benno nessun pentimento. Alla zia disse: “Ero sempre solo”
A maggio la parola passerà agli psichiatri. Per la Procura il disturbo di personalità non incise sulla capacità di intendere e di volere. A seguito di una percezione distorta della realtà individuò nei genitori la causa dei suoi disagi. Ma sapeva quello che faceva
BOLZANO. Un approccio alla realtà e alla vita spesso assolutamente deformata con uno sdoppiamento della personalità che lo rendevano a volte quasi fanciullesco (e bisognoso di attenzioni e tenerezze anche da parte dei suoi familiari) e a volte perfido “vendicatore” di inesistenti torti che riteneva di aver subito nel corso della sua gioventù. Sono le due facce di Benno Neumair, il giovane ed enigmatico insegnante di matematica che non ha avuto pietà neppure di chi lo ha messo al mondo. «Non ho nulla per credere che Benno sino ad oggi si sia pentito» ha più volte fatto presente in occasione delle udienze del processo la sorella Madè che vivrà il resto dei suoi giorni nella disperazione.
Benno invece in diverse occasioni si è dimostrato assolutamente freddo e determinato quasi a ritenere giustificata nelle pieghe del suo passato la scelta dell’orribile crimine. Rientra perfettamente in questa logica quanto lo stesso imputato rimproverò a mamma Laura quattro giorni prima di assassinarla, accusandola di essere la causa di tutti i suoi mali, ricordandole anche di essere vedova di un uomo che si tolse la vita.
Sono considerazioni che Benno Naumair ribadì - nella sostanza - in un periodo di crisi psichica (durante le vacanze di Natale e Capodanno 2021) e che ebbe modo anche successivamente di confermare in pieno. A zia Michaela (sorella di papà Peter) che era andata a trovarlo in carcere durante l’inchiesta, di frote lla considerazione che l’assassinio dei genitori aveva lasciato sola la sorella Madè Benno rispose in termini quasi distaccati: «Anch’io sono sempre stato solo». Successivamente decise addirittura di rifiutare un colloquio in carcere sempre con la stessa zia, l’unica parente che si era dimostrata disposta ad andare a trovarlo in cella.
Il prossimo 5 maggio saranno chiamati a deporre in aula i primi psichiatri che si sono occupati dell’omicida di via Castel Roncolo e questi episodi sono considerati un po’ da tutti dimostrazione del disturbo di personalità di tipo narcisistico rilevato anche dai periti d’ufficio cui venne affidato il caso.
In termini meno clinici Benno avrebbe una forte considerazione di sé ma si sentirebbe perennemente boicottato dalla famiglia, considerata una delle cause dei suoi fallimenti, secondo un modello pervasivo di diffidenza ingiustificata. Secondo alcuni psichiatri è in quest’ottica che l’ex insegnante decise di uccidere i propri genitori.
A seguito di una percezione distorta della realtà l’omicidio del padre e della madre avrebbe rappresentato l’opportunità del riscatto. Sia Nadine Reiter (l’ex fidanzata di Ulm) che il padre Peter avevano nettamente avvertito questa doppia personalità dell’imputato. Il padre mise anche in guardia la sorella Madè facendole presente che avrebbe spesso avuto a che fare con un doppio Benno, «uno carino e l’altro inaffidabile». In effetti è sempre stato così, con una inesauribile vena vittimistica che non ha mai abbandonato Benno sin da bambino quando era abituato a difendersi dietro bugie improponibile e palesemente non credibili pur di non essere costretto ad aver commesso qualche “marachella”.
Papà Peter e mamma Laura sono sempre stati attenti a garantire uguale trattamento ad entrambi i figli ma Benno aveva via via maturato l’errata convinzione che i loro occhi fossero tutti per Madè.
Nel corso degli anni dell’adolescenza - ha rivelato in Corte d’assise la sorella - Benno aveva iniziato a contestare anche la gestione della “paghetta” settimanale che i genitori garantivano ad entrambi: 120 euro alla settimana (per un totale di 480 euro al mese) che Benno avrebbe più volte contestato in quanto considerati insufficienti. I soldi sono stati spesso un problema per Benno. Lavorare non lo entusiasmava . Lo hanno rivelato sempre la sorella ed anche l’ex fidanzata di Ulm a cui aveva raccontato di aver bisogno di un periodo di riposo che avrebbe potuto affrontare grazie a risparmi in realtà inesistenti.
E proprio su questo punto Benno perse la fiducia dell’ex fidanzata Nadine. Fu infatti scoperto ad utilizzare indebitamente la carta di credito della donna e pensò di risolvere il problema inscenando il falso pestaggio che lo portò per un giorno nel reparto psichiatrico dell’ospedale.
Un’altra circostanza in cui Benno dimostrò due volti: da un lato considerava i suoi genitori fonte dei suoi problemi dall’altra avvertiva di averne bisogno. Sino alla decisione di rinunciare di andare a vivere da solo in un appartamentino nello stesso caseggiato di via Castel Roncolo. Fu lui, e solo lui, a rinunciare.