LA STORIA

Curato all'ospedale di Merano, ora il piccolo Abdourahmane può tornare a casa

Il piccolo senegalese Abdourahmane che ha conquistato il cuore del reparto di pediatria di Merano è ora stabile e può fare ritorno in Africa



MERANO. Abdourahmane, 7 mesi, ride e sgambetta come qualsiasi altro bimbo ma pare un miracolo perché a questo bambino - più volte in pericolo di vita - avevano dato poche probabilità di sopravvivenza. Abdourahmane ha infatti dovuto combattere per la vita e nonostante le grandi cicatrici al torace è felice come ogni altro bambino e può tornare a casa in Senegal.

La mamma di Abdourahmane, una scienziata di Dakar ha trascorso l’ultimo periodo di gravidanza in Europa, ha visitato prima degli amici in Francia per poi arrivare dagli zii a Merano. Qui sono improvvisamente sorti problemi di salute e la giovane donna si è recata all’ospedale di Merano. Gli accertamenti proseguiti presso l’ospedale di Bolzano hanno purtroppo diagnosticato al nascituro una grave malformazione cardiaca. La gestante è stata quindi trasferita in una clinica specializzata di Padova dove in settembre 2017 è nato Abdourahmane.

Il suo affacciarsi alla vita è stato tutt’altro che facile: sono stati necessari tre interventi cardio-chirurgici ed è stata inoltre diagnosticata un’anemia falciforme, malattia genetica diffusa nell’area subsahariana. Respirazione ed alimentazione artificiali, massicce dosi di antibiotici, in terapia d’ossigeno e farmacologico, fanno superare ad Abdourahmane le fasi critiche dei primi mesi di vita all’ospedale di Padova.

La neo-mamma, dopo questo difficile periodo, torna dai suoi parenti a Merano. Abdourahmane fragile per la sua storia precedente, deve ricorrere spesso alle cure ospedaliere, talvolta anche alla terapia intensiva di Verona. Viene quindi ricoverato insieme alla mamma nel reparto di pediatria dell’ospedale di Merano e da qui parte l’azione che porta fino in Africa: ad Abdourahmane non vengono garantite soltanto cura ed assistenza ma viene intrapreso un percorso per facilitargli i suoi primi mesi di vita. Seguono unità di fisioterapia, esercizi logopedici per imparare a deglutire ed ascoltare, visite dalla dietista, dall’ortottista e visita audiologica. Per la complessità delle diverse patologie viene anche contattato un team di pediatria palliativa.

Il team infermieristico, guidato dalla coordinatrice Stefania Casarotto, ha raccolto indumenti e denaro per poter assicurare ad Abdourahmane e a sua madre un’adeguata assistenza medica anche in Senegal. Contemporaneamente viene contattata un’organizzazione di beneficienza che assume le spese per il volo di ritorno di mamma e bambino. Assistenti sociali, medici, infermieri/terapeuti ed autorità cooperano tutti insieme per cercare delle soluzioni affinché l’assistenza di Abdourahmane non finisca ai confini provinciali. “Abbiamo organizzato una dimissione protetta come è solito fare, questa volta in Africa, certamente un record” – si compiace la coordinatrice Casarotto della riuscita azione.

Abdourahmane lascerà in questi giorni l’ospedale ma anche, e non è la prima volta, tanti cuori infranti: per circa due mesi madre e bambino sono rimasti giorno e notte nel reparto pediatrico conosciuti ed amati da tutto il personale.

La nota positiva è che tutti sono felici perché ora Abdourahmane si è ripreso bene, respira autonomamente, mangia e beve ed è cresciuto di peso. Avrà bisogno di cure anche in futuro perché la sua malattia è inguaribile. Ma la sensazione percepita che un paziente cosí piccolo, che è stato in pericolo di vita, possa ora tornare dalla sua famiglia in Africa, è impagabile.

 













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