Crimine: in regione niente radicamento mafioso, preoccupa la guida in stato di ebbrezza
La relazione del procuratore generale della Corte d'Appello di Trento Giovanni Ilarda, all'inaugurazione dell'anno giudiziario (foto di Romano Magrone / agenzia Panato)
TRENTO. L'allarme su infiltrazioni di tipo mafioso in Trentino e Alto Adige, tornato all'attenzione grazie a quanto scritto dai magistrati nella relazione della Procura nazionale antimafia, è stato il primo punto dell'intervento del procuratore generale della Corte d'Appello di Trento Giovanni Ilarda, che nella sua relazione, pronunciata durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, ha detto: «Debbo confermare l'assenza di acquisizioni giudiziarie che dimostrino un radicamento della criminalità organizzata sul territorio. Il che, evidentemente, non significa che non vi possano essere stati tentativi di penetrazione del tessuto economico e produttivo da parte di suoi esponenti», ha precisato Ilarda.
«La magistratura farà la sua parte, ma la necessità di un monitoraggio dei grandi investimenti, di scelte strategiche nei settori a maggiore rischio e di sensibilizzazione degli imprenditori esula dalle sue competenze», ha poi aggiunto il procuratore. Sempre nella sua relazione, Ilarda ha illustrato l'andamento dei procedimenti in base al tipo di reato. Il numero delle indagini su casi di violenza contro le donne è in aumento nei territori di Bolzano e Rovereto, mentre per la zona di competenza di Trento si registra una leggera flessione.
«Ma il dato più preoccupante - ha detto Ilarda - riguarda gli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti: le indagini avviate per questi casi risultano essere quasi 300, e a Trento sono in aumento anche gli incidenti mortali», ha aggiunto, ricordando la strage avvenuta a Lutago nelle scorse settimane. I reati di corruzione aumentano invece per Trento, mentre sul resto del territorio si registra una lieve flessione. Oltre 2.500, infine, le denunce arrivate in Procura per furti in abitazione a carico di ignoti.