“Covid, la mia battaglia online (fallita) per prenotare il vaccino a mia madre novantenne”
Chiara Orsingher si è armata di pazienza ma anche di determinazione, sapendo di dover “sfidare” altri concorrenti davanti al Pc. Poi però si è arresa. E ora si chiede: “Perché scaricare sugli anziani e sui familiari questa incombenza? Dovrebbe essere l’ente pubblico a organizzare gli scaglioni”
TRENTO. “Vaccino anti covid-19: da oggi si parte con gli over 80”, ma… dove si arriva?”. Questo il titolo dell’intervento (tragicamente divertente) che ci manda una lettrice: Chiara Orsingher. Un tema quanto mai caldo, visto il boom di prenotazioni di oggi. Anzi, di tentativi di prenotazioni.
“Questa mattina, 2 Febbraio 2021, mi è giunta notizia (dai giornali) che in Trentino ha preso il via la campagna di vaccinazione anti Covid per gli over 80. Fiera dell’efficienza trentina, ho subito cercato di prenotare il vaccino per mia madre che è nata nel 1930, vive sola e naturalmente non ha familiarità con le prenotazioni online. Vado sul sito dell’azienda sanitaria, il sistema di prenotazione Cup online. Sembra semplice, intuitivo ma… è bloccato. Una rotellina gira a vuoto. Non accade nulla, non si accede
Ma io sono tenace, mai madre ha 90 anni e credo abbia diritto alla vaccinazione quanto prima. Chiamo il numero verde. Mi risponde una persona gentilissima, mi dice che purtroppo al momento non è possibile prendere prenotazioni, non ci sono appuntamenti in agenda, forse più avanti, richiami, anche domani, anche più tardi in mattinata…Mi consiglia di riprovare sul sito, forse si riesce… Io sono tenace, quindi riprovo. Ce la faccio! Entro, trovo un appuntamento non troppo lontano dalla città in cui abita, inserisco i dati alla velocità della luce, perché no, eh no, io non mi faccio mica fregare dal sistema. Ecco, quasi fatto, manca solo la conferma, ma… in quel momento la rotellina dell’attesa gira, gira, gira e la conferma non arriva. Anzi, mi arriva un messaggio di errore che mi dice “no availability”.
Ma io sono tenace, riprovo, sento che questa è diventata una competizione tra me e centinaia di altre persone che – come me – stanno cercando di prenotare il vaccino per loro stessi o, più probabilmente, per qualche parente anziano. Mors tua vita mea, eh, mi dispiace ma è la legge della giungla, miei cari. Mentre riprovo, immagino l’idealtipo del mio concorrente: donna di 55 anni (con madre anziana di 85), 2 figli adolescenti agguerriti come Rambo, un marito. Numero complessivo dei device in famiglia: 3 computer (ognuno con 2 browser), 4 smartphone, un tablet. Tutti connessi al sito https://cup.apss.tn.it/ . Tutti che con velocità impressionante inseriscono codicefiscalenumerodellatesserasanitiarianumeroditelefonoconfermadelnumeroditelefonoindirizzoemail e click! Schiaccia conferma! Totale familiare: 11 accessi al sito, una specie di 7º reggimento artiglieria simile a quello della breccia di Porta(le) Pia.
Io sono tenace, ma non stupida. Mi fermo. Di fronte a tanta potenza di fuoco è inutile combattere. Allora mi fermo, rifletto e mi chiedo perché. Ma perché dobbiamo utilizzare questo sistema? Ma perché i familiari dei pazienti anziani o gli stessi pazienti anziani devono sottoporsi a questo stress, a questa frustrazione, alla paura di non ricevere il vaccino? Perché non sono stati organizzati degli scaglioni, delle fasce di prenotazione per anno di nascita? Perché non è stato dato un ordine, una qualche priorità agli accessi? Perché scaricare sugli anziani, sugli operatori e sui familiari questa competizione per il vaccino? E una domanda su tutte, perché sono tenace ma non stupida: perché non c’è stata la lungimiranza e l’azione politica da parte degli organi competenti, come la Provincia, la Giunta provinciale e l’Assessore alla salute? Perché una riflessione di buon senso è stata scartata? Non so se sia peggio pensare che la lungimiranza politica non c’è stata piuttosto che pensare che ci sia stata e questo sia il risultato”.