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Costrette a prostituirsi e trattate come schiave: arrestati i loro aguzzini

I militari dell’Arma di Bolzano hanno fermato un 20enne e un 23enne per favoreggiamento e sfruttamento. Le giovani ora sono in una struttura protetta e sono uscite da un vero incubo



BOLZANO. Controllate 24 ore su 24, costrette a cercare clienti in strada anche nove ore al giorno richiamate dai loro aguzzini con dei fischi, come fossero animali. E costrette a vivere in tende sotto il pendio del Virgolo.

Loro, le vittime, sono due ragazze romene appena maggiorenni costrette a vendersi per strada a Bolzano da due connazionali di 20 e 23 anni che sono stati arrestati dai militari della Compagnia Carabinieri di Bolzano.

I due sono ritenuti responsabili, in concorso, del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione sono finiti in carcere dopo che i carabinieri sono riusciti a rintracciarli.

L’operazione, che ha visto impegnati decine di militari dell’Arma, è il frutto una complessa attività d’indagine condotta dalla Stazione di Sarentino, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bolzano.

Tutto ha avuto inizio ad aprile e l’indagine ed è stata portata avanti con numerosi servizi di osservazione e pedinamento, con l’utilizzo anche di videocamere notturne, che hanno consentito di effettuare riprese degli indagati durante la loro azione criminale.

L’indagine – spiega l’Arma – soprattutto ha permesso di salvare due donne. Salvate da questo incubo grazie al lavoro di squadra messo in campo e all’ausilio fornito ai militari dell’Arma dal gruppo “Volontarius”, una rete no profit che opera a Bolzano e ispirata da principi di volontariato.

Le due giovani donne sono state condotte in strutture protette e saranno aiutate anche nel loro prossimo percorso di vita. In particolare il “Progetto Alba” (www.albaprojectbz.it) ha la finalità di emersione, assistenza e integrazione socio lavorativa per persone vittime di tratta e grave sfruttamento.

Alla conferenza stampa di oggi, 29 giugno, i carabinieri hanno fortemente voluto partecipassero anche rappresentanti di Volontarius e della Caritas diocesana.

La Caritas ha infatti sviluppato il progetto Casa Margaret (www.caritas.bz.it). Casa Margaret vuole restituire la dignità, l’autostima e la speranza alle donne in stato di bisogno.

Le vittime, come già detto, vivevano un vero e proprio incubo, essendo ventiquattro ore al giorno controllate dai propri aguzzini. Gli stessi le costringevano a stare sulla strada per circa 8-9 ore al giorno, con qualsiasi condizione climatica, tant’è che è stato accertato che in più di una occasione le donne fossero state costrette a restare sotto la pioggia battente, controllate come detto a vista dai loro sfruttatori, che invece rimanevano comodamente al riparo dall’acqua.

Gli arrestati, che erano soliti richiamare le vittime con fischi e urla, trattandole di fatto quasi come fossero animali al pascolo, costringevano poi le povere donne a vivere all’addiaccio e in particolare all’interno di un bivacco improvvisato con tende da campeggio, allestito sotto il pendio del Virgolo a ridosso della strada statale.

Un luogo potenzialmente pericoloso dal punto di vista idrogeologico a causa dei possibili smottamenti e per allontanarsi dal quale era necessario attraversare la strada in un punto privo di strisce pedonali e dove le auto transitano a velocità elevate.

Anche dopo la pioggia – spiegano i carabinieri .  le vittime erano costrette, bagnate e sicuramente infreddolite, a tornare nel bivacco, dove ovviamente non erano presenti servizi igienici. Gli arrestati, che dovranno rispondere del grave reato contestato, al termine delle operazioni di foto-segnalamento sono stati condotti presso la casa circondariale di Bolzano, a disposizione dell’autorità giudiziaria.













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