Cosa succede in Veneto? Mai così tanti morti per Covid
Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 165. Il governatore Zaia: "Ci sono anche dei decessi avvenuti nel weekend. Ma la situazione è pesante anche nelle Rsa"
VENEZIA. Il Veneto sembra ormai alle corde con il Covid. Non sono solo i contagi a fare impressione - balzi di 3-4.000 casi al giorno - ma la crescita impetuosa dei morti a segnare una situazione drammatica. Oggi, martedì 15 dicembre, il record dall'inizio dell'epidemia: 165 decessi in 24 ore, dato che supera il giorno nero del 10 dicembre, quando erano stati stati 148.
Un numero pesante, che tuttavia risente anche del caricamento di dati "vecchi”, ovvero decessi avvenuti nel fine settimana. Il Veneto da solo fa un quinto degli 846 morti registrati oggi nel Paese.
Un giorno buio, di fronte al quale il governatore Luca Zaia non ha nascosto forte preoccupazione: "Siamo qui che preghiamo perché arrivino i vaccini, perché sarebbe un raggio di sole in questa tragedia" ha detto.
Il presidente ha ammesso che "la situazione è pesante: 3.324 ricoverati, più 57 nelle ultime 24 ore, sono un numero importante; è come se quasi 7 ospedali grandi di provincia fossero orientati per i pazienti Covid".
C'è poi il fronte poco confortante delle Rsa. "Ci ritroviamo con una risposta peggiorata nelle Case di riposo - ha spiegato Zaia - Nonostante si siano fatte misure di prevenzione che a marzo ci sognavamo. Oltre ad essere blindate, nelle case di riposo facciamo tamponi agli operatori, agli ospiti, abbiamo messo a disposizione tamponi rapidi ai visitatori".
Ma, ha confermato il presidente, "abbiamo più mortalità nelle Rsa di quella che avevamo a marzo quando giustificavamo il dato, minore, dicendo che non c'erano i dispositivi, non c'era una campagna aggressiva di testing. Inoltre, la maggioranza delle case di riposo erano senza virus, pulita. Adesso il virus è entrato a macchia di leopardo un po' dappertutto".
Per il momento, tuttavia, non si intravvede un giro di vite autonomo, con ordinanze, nella regione. La partita, ha spiegato il governatore, con cui sono d'accordo i sindaci, si sta giocando "in una un'interlocuzione delle Regioni con il Governo, per capire quali misure adottare. Ma non andiamo in ordine sparso. E' innegabile: gli assembramenti nelle città sono un tema nazionale".
I report sulla mortalità da Covid confermano intanto un trend in linea con il tasso di decessi della prima fase. Nella prima ondata, dal 21 febbraio a fine aprile, la mortalità in Veneto era salita nel complesso del 38% sulla media del periodo nei 3 anni precedenti. Ma c'era il lockdown, e quindi i decessi a causa di incidenti - ad esempio - erano pressoché azzerati.
C'è stato poi un decremento di questa curva, (+10%), a fine ottobre. A novembre il dato è risalito, nella seconda metà del mese a +44%, ma con una mobilità della popolazione non paragonabile a quella del lockdown. Il maggior numero di decessi si riscontra tra i malati Covid di sesso maschile, con età superiore ai 70 anni, soprattutto tra i 75 e 80 anni.