Coronavirus, per scolari e studenti trentini è un "contagio di famiglia"
Il dottor Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Apss: "Solo in 3 o 4 casi la trasmissione del virus è avvenuta in classe" (foto Ansa)
TRENTO. «Per quello che abbiamo potuto registrare, i contagi riguardanti ragazzi e ragazze in età scolare si sviluppano in buona parte dei casi a causa di contatti familiari. Sono poche, e parliamo di 3 o 4 episodi, le scuole nelle quali è ipotizzabile che il contagio sia avvenuto all'interno della classe». A dirlo il dottor Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Apss.
«A preoccuparci maggiormente sono i momenti extra-scolastici, dove vediamo che i giovani fanno fatica a seguire le regole e i contatti sono intensificati. Intanto - ha aggiunto Ferro - stiamo effettuando un lavoro epidemiologico per tracciare i contagi legati alle scuole e il loro andamento. Possiamo dire che a livello di scuola materna il livello è nullo, alle elementari abbiamo qualche singola situazione mentre i casi più importanti sono a livello di classi delle superiori».
Il dottor Ferro e la dottoressa Maria Grazia Zuccali, del Dipartimento di prevenzione dell'Apss, confermano che al momento l'app Immuni è scarsamente utilizzata e solo in rarissimi casi è stata d'aiuto nelle indagini epidemiologiche: «Il mio invito ai cittadini è di scaricare questa app: sappiamo che funziona solo se almeno il 50% della popolazione la scarica e qui in Trentino siamo ancora su livelli molto bassi, su questo bisogna migliorare».