Coronavirus in Trentino, la Cgil accusa: negati i tamponi ad alcuni operatori sanitari
Gianna Colle e Marco Cont della Funzione pubblica Cgil: "Test fatti a chi tra i lavoratori manifesta sintomi e insiste per essere sottoposto all'esame"
TRENTO. «Test sierologici e tamponi, al momento, sono fatti a chi tra i lavoratori manifesta sintomi e chiede con forza al proprio responsabile di eseguire l'indagine. Diciamo 'con forza', perché sappiamo che ad alcuni lavoratori questo diritto è stato negato». Così, in una nota, Gianna Colle e Marco Cont, referenti del settore sanità per la Funzione pubblica Cgil.
«Nelle loro dichiarazioni alla stampa, Provincia e Azienda sanitaria affermano che verranno 'tamponati' tutti gli operatori, ma nella realtà non sappiamo ancora chi, come, quando e dove. In altre regioni italiane sono stati siglati accordi e stilati calendari per fare lo screening. Qui in Trentino nulla viene detto né tantomeno fatto per dare sistematicità a questo intervento», aggiungono i sindacalisti.
Nel protocollo per la prevenzione siglato a livello nazionale che deve fare da riferimento anche per il Trentino - proseguono Colle e Cont - «è scritto che le parti condividono la necessità di assicurare che tutto il personale esposto, in via prioritaria, venga sottoposto ai test di laboratorio necessari a evidenziare l'eventuale positività al Sars-cov-2, anche ai fini della prosecuzione dell'attività lavorativa, prevedendo anche l'eventuale cadenza periodica e dunque la ripetizione del test. Siamo pronti a condividere con Provincia e Azienda il lavoro per creare questo auspicato calendario», concludono i sindacalisti.