L'INCHIESTA

Consiglieri e rimborsi, scatta l'indagine per peculato

In quattro anni hanno incassato 1 milione e 113 mila euro. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo e gli accertamenti sono eseguiti dalla Guardia di Finanza. Qualcuno potrebbe avere ottenuto due rimborsi, dal consiglio regionale e da quello provinciale, per la stessa spesa o per la stessa trasferta



TRENTO. La Procura di Trento che ha aperto un fascicolo sui rimborsi spese dei consiglieri provinciali. L'ipotesi di reato è peculato.

La Guardia di Finanza di Trento, ancora in novembre aveva acquisito tutta la copiosa documentazione relativa ai rimborsi spese liquidati sia dal Consiglio provinciale che dal consiglio regionale ai consiglieri.

L’ipotesi che la Procura vuol verificare è che qualcuno possa aver ottenuto due rimborsi, uno dal Consiglio regionale e uno dal Consiglio provinciale, per la stessa spesa o per la stessa trasferta. Per verificare questa ipotesi sono stati acquisiti tutti i documenti allegati. Al momento si potrebbe ipotizzare il reato di peculato, ma non è esclusa la truffa.

Trattandosi di un periodo di cinque anni, non si tratta di cifre irrisorie, anche considerando che i consiglieri hanno diritto a generosi rimborsi. Stando ai siti dei due consigli, il totale rimborsato per i soli consiglieri provinciali trentini, compresi i componenti della giunta provinciale e di quella regionale, ammonta a 1.113.425 euro negli anni tra il 2014 e il 2017. Mancano, quindi, i dati relativi al 2018. Ma già così ci sono consiglieri o assessori che hanno raggiunto cifre considerevoli.

Andando ad analizzare le posizioni dei singoli consiglieri si vede il totale dei rimborsi ottenuti sia dal Consiglio provinciale che da quello regionale, oltre, per gli ex membri della giunta, che dalla giunta provinciale. Tra i consiglieri Giacomo Bezzi ha avuto 64484 euro, Marino Simoni, 52418 euro, Graziano Lozzer 40602 euro, Lorenzo Ossanna 43770 euro. Ma c’è anche chi ha incassato nulla, come Claudio Cia, o molto poco, come Violetta Plotegher che in quattro anni ha preso la bellezza di 74 euro di rimborsi tra Consiglio regionale e Consiglio provinciale.













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