Confcommercio ai sindaci trentini: «Rivedere le tariffe dei tributi locali»
Il presidente Giovanni Bort: «La situazione è molto grave e molte imprese non riusciranno a far fronte alle spese dei prossimi mesi»
TRENTO. Il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort ha scritto a tutti i primi cittadini della provincia per chiedere che vengano riconsiderati gli importi dei tributi locali a carico delle imprese: «La situazione è molto grave e molte imprese non riusciranno a far fronte alle spese dei prossimi mesi»
È più di un accorato appello quello inviato dal presidente Giovanni Bort a nome di Confcommercio Trentino a tutti i sindaci del Trentino. È una richiesta per tutelare la sopravvivenza delle imprese che, a seguito delle pesanti restrizioni causate dall’emergenza Covid-19, stanno affrontando un momento di estrema criticità, soprattutto in relazioni ai prossimi mesi, che saranno decisivi.
«A seguito dell'emergenza Covid-19 e dell'adozione delle misure restrittive di contenimento da parte del Governo nazionale - scrive Bort - la maggior parte delle imprese che rappresentiamo ha dovuto sospendere o ridimensionare la propria attività, con conseguente notevole riduzione, ed in molti casi azzeramento, degli incassi e della liquidità. Lo scenario per il 2021 è altrettanto negativo per la gestione delle imprese: nonostante la grave crisi economica che stanno affrontando, esse sono tenute a far fronte a scadenze fisse come il pagamento dei vari tributi locali, tra cui imposta di pubblicità, tariffa rifiuti, Cosap/Tosap, tariffa integrata del servizio idrico, ecc. La situazione è talmente grave che le nostre imprese associate rischiano addirittura di non riuscire a far fronte al pagamento delle prossime incombenze, compresi i tributi locali e la tariffa rifiuti».
«Per quanto riguarda in particolare la tariffa rifiuti - si legge nella missiva inviata anche per conoscenza al presidente Maurizio Fugatti, all’assessore provinciale Mattia Gottardi e al presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena - rimodulare le tariffe appare un atto dovuto a fronte della minore quantità di rifiuti che, purtroppo, ormai da un anno a questa parte le imprese delle attività di ristorazione, bar, pizzerie, ecc., esercizi commerciali, strutture ricettive e campeggi si trovano a produrre vista la minore attività e le chiusure forzate imposte dai vari provvedimenti restrittivi».
Confcommercio chiede «interventi significativi come l'esonero dal pagamento della Tari per il primo semestre 2021, l’azzeramento della quota variabile della tariffa rifiuti (eliminando la quota relativa agli svuotamenti minimi annui), ma anche una consistente riduzione della quota fissa che, attualmente, ha una maggiore incidenza sul costo del servizio a carico delle imprese».
«L'auspicio è che le Amministrazioni locali, che hanno dimostrato una capacità d’ascolto, una rapidità d’azione e una incisività molto più elevata del governo nazionale, comprendano la gravità della situazione e si impegnino ad adottare subito i provvedimenti suggeriti per tutelare l'economia locale, le imprese e l’occupazione».