Cinghiali, la Provincia alza il tiro: cacciabili fino a mezzanotte
Nuove misure per contrastare la peste suina: nelle aree dove sono assenti, al primo avvistamento vanno contrastati “con ogni mezzo”
TRENTO. Per contrastare la peste suina la Provincia di Trento alza il tiro contro i cinghiali. Con una delibera approvata oggi (16 settembre) dalla giunta Fugatti, in via sperimentale "è stato previsto il prolungamento dell'orario, fino alle 24.00 delle attività di controllo, per dare modo ai controllori (leggi cacciatori, ndr) di agire tempestivamente, approfittando delle abitudini crepuscolari della specie”.
Un'altra sostanziale modifica riguarda le foreste demaniali, al cui interno, previo accordo tra le parti, potranno intervenire i controllori abilitati nelle zone che ricadono nell'Area A, e i guardiacaccia nelle zone che ricadono nell'Area B, sempre in supporto e non in sostituzione del personale del Corpo forestale trentino.
Il cinghiale è specie cacciabile, ma in provincia di Trento la caccia è sospesa dalle prescrizioni tecniche per l'esercizio della caccia, ed è attiva la disciplina del controllo (articolo 31 della legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24). La minaccia della peste suina africana, malattia virale, non trasmissibile all'uomo, ma altamente contagiosa per i suini domestici e selvatici, ha condotto ad affinare tecniche e strumenti di contrasto alla presenza e all'insediamento del cinghiale e, conseguentemente, ad aggiornare la disciplina del controllo.
L’arrivo all’inizio del 2022 della peste suina in Italia – ricorda una nota della Provincia – ha comportato la necessità di mettere in campo azioni ancora più incisive nelle aree indenni, tra le quali rientra anche la provincia di Trento. Lo scorso mese di luglio la Giunta ha adottato il piano provinciale di interventi urgenti per la gestione e il controllo della peste suina africana.
Con il provvedimento adottato oggi, resta vigente la zonizzazione in base alla quale il Trentino è suddiviso nell'Area A, dove, però, il contenimento va perseguito in modo più drastico rispetto al passato, da parte dei controllori abilitati, e nell'Area B, dove la specie è assente e, al primo avvistamento, il suo ingresso va contrastato rapidamente e con ogni mezzo da parte del personale di vigilanza del Corpo forestale trentino e dell'Ente gestore della caccia.
Osservatorio faunistico e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale hanno espresso il loro parere positivo sulla nuova disciplina.