«Chico Forti barattato con gli assassini di Cerciello?»: Unarma chiede conto al governo
Il sindacato dei carabinieri e l'ipotesi di uno scambio tra il trentino condannato all'ergastolo negli Usa e trasferito in Italia dopo 24 anni e i due giovani americani condannati per l’omicidio del vicebrigadiere a Roma: «Il governo smentisca. Non fateci vergognare di essere uomini dello Stato»
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ROMA. «I due assassini del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega hanno ricevuto uno sconto di pena. In particolare, Gabriel Christian Natale Hjorth potrà scontare gli arresti domiciliari in una casa a Fregene e non possiamo escludere, in un futuro prossimo, il trasferimento in Usa e la liberazione dei due assassini. Non vogliamo credere che il rientro in Italia di Chico Forti, considerato un truffatore e un omicida negli Stati Uniti, sia stato barattato, per oscure convenienze politiche con il sangue versato da un servitore dello Stato». Lo afferma l'associazione sindacale dei carabinieri Unarma.
«Chiediamo al Governo - aggiunge Unarma - di fare chiarezza su questa vicenda e di smentire qualsiasi ipotesi di scambio di prigionieri che possa macchiare la memoria di un valoroso servitore dello Stato. Non fateci vergognare di essere uomini dello Stato. La giustizia deve prevalere e l'assassinio del vicebrigadiere Cerciello Rega non deve essere dimenticato né sminuito».