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Caso tamponi falsi, medici di base trentini all’attacco: “A noi arrivano con il contagocce e così fiorisce il mercato privato”

Paoli della Cisl: “Stiamo valutando di costituirci noi stessi parte civile”

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TRENTO. "Più che leggere che Apss si costituirà parte civile, stiamo valutando come Cisl medici di costituirci noi stessi parte civile, come soggetto leso. Segnaliamo, infatti, che ad oggi risultano ancora mute le molte richieste dei medici di famiglia di ricevere da Apss i tamponi previsti da parte governativa e da parte contrattualistica, in maniera costante a chi di noi ne fa richiesta, per effettuarli senza chieder un centesimo ai nostri pazienti". Così, in una nota, il segretario della Cisl medici del Trentino, Nicola Paoli, interviene sull'indagine che ha portato a scoprire un presunto traffico di tamponi falsi, con cinque indagati.

Paoli denuncia la carenza strutturale di tamponi "che, a dispetto di chi lucrerebbe, per noi sono fondamentali per fare la diagnosi differenziale con la semplice influenza stagionale. Ci si priva, cioè di uno strumento fondamentale per il nostro atto medico. Ci è stato detto più di un mese fa che erano in arrivo grosse quantità da Roma per noi. Poi ci è stato ripetuto martedì scorso che erano arrivati quella mattina, ma noi non li abbiamo ricevuti. Poi di nuovo questa settimana ci si dice che stanno arrivando, e ce ne si da, per amor di cortesia, una misera confezione, ma la realtà è che si accredita i privati misti pubblico o che i Distretti non consegnano a noi tali tamponi ricevuti tramite la Protezione civile. Così fiorisce il mercato del privato, accreditato o meno, con tutte le conseguenze che leggiamo oggi .E i medici, sfiduciati, non vengono in Trentino o dal Trentino vanno in pensione", si legge ancora nella nota.













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