Il caso

Carcere di Trento: troppi detenuti con disagio psichico, raddoppiati i tentativi di suicidi

La situazione della casa circondariale di Gardolo analizzata dalla Quarta Commissione del Consiglio provinciale. Gli agenti dovrebbero essere 227, ma ad oggi sono solo 140



TRENTO. Ci sono troppe persone con disagio psichico detenute nella Casa circondariale di Spini di Gardolo a Trento. Né il personale sanitario né gli agenti di polizia penitenziaria sono in grado di gestire e contenere adeguatamente, per carenza di organici, la situazione.

La situazione è emersa dalle consultazioni volute oggi (23 novembre) dalla Quarta Commissione del Consiglio provinciale di Trento.

Il disagio psichico nel carcere è stato acuito dalla pandemia ed il 10% dei detenuti soffre di una grave patologia psichiatrica, un certo numero di questi in fase acuta.

È quindi urgente - ha spiegato la garante dei diritti dei detenuti Antonia Menghini - organizzare un Centro diurno per la riabilitazione psichiatrica. Quanto all'elevato numero di ingressi da trasferimento, la Garante ha osservato, anche rispondendo a una domanda di Paolo Zanella (Futura), che molti detenuti vengono trasferiti nella Casa circondariale di Spini perché l'amministrazione penitenziaria continua a pensare che a Trento vi sia una struttura con disponibilità di posti, mentre altri istituti del Triveneto scoppiano per il sovraffollamento.

L'epidemia - ha aggiunto Menghini - ha ulteriormente compresso i diritti già limitati riconosciuti nel carcere alle persone detenute, incidendo sul loro equilibrio.

Nel carcere di Trento i casi di autolesionismo sono raddoppiati rispetto agli anni precedenti.

E la casa circondariale continua a scontare problemi di carenza di personale. Manca dal 2019 manca una direzione esclusiva della struttura di Trento. Dovrebbero esserci inoltre almeno 6 educatori mentre ce ne sono solo tre. Le unità di polizia penitenziaria dovrebbero essere 227 mentre oggi sono 140 e ultimamente sono scese di 15 unità. Tutto ciò - ha commentato Menghini - concorre sia a rendere «molto gravosa la gestione della Casa circondariale sia a rallentare l'offerta trattamentale».

Quanto al comparto medico, da inizio ottobre è venuta meno l'assistenza sulle 24 ore, anche se ora l'Azienda sanitaria provinciale conta di risolvere il problema.













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