Calcio italiano, servono riforme e unità di intenti
Il calcio italiano guarda al futuro, cercando una sostenibilità economica ancora da raggiungere, scosso dallo scandalo sulle scommesse irregolari esploso proprio in questi giorni
TRENTO. Il calcio italiano guarda al futuro, cercando una sostenibilità economica ancora da raggiungere, scosso dallo scandalo sulle scommesse irregolari esploso proprio in questi giorni. Se ne è parlato al Festival dello Sport, nell’appuntamento con gli Stati Generali del calcio italiano, con Urbano Cairo, presidente di RCS MediaGroup e in questo caso intervenuto nelle vesti di presidente del Torino, Paolo Scaroni, presidente del Milan, Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo e l’ex giocatore, pilastro della nazionale e della Roma, Daniele De Rossi. In collegamento anche il presidente della Figc Gabriele Gravina e quello della Lega di serie A Lorenzo Casini.
Sul recente caso delle scommesse clandestine il presidente Gravina ha evidenziato la necessità di attendere le conclusioni delle inchieste, ricordando come la ludopatia non sia un problema del calcio, ma un problema sociale che interessa molte persone. "È una vicenda non preventivabile – ha detto – alla quale abbiamo risposto con grande sensibilità e coerenza, nel rispetto dei ragazzi coinvolti e della maglia della Nazionale”.
Il presidente Gravina ha poi parlato della recente assegnazione all’Italia, in tandem con la Turchia, degli Europei del 2032. "È una vittoria del calcio italiano, straordinaria - ha detto Gravina - una grande opportunità che noi dobbiamo saper cogliere. Certo, non può essere la soluzione ai problemi del calcio italiano, ma sono convinto che rappresenti comunque una straordinaria iniezione di fiducia. Abbiamo 3 anni di tempo per indicare gli stadi e le strutture per ospitare la fase finale, la data è il primo ottobre 2026. Abbiamo tre anni per presentare un progetto complessivo di valorizzazione delle nostre strutture".
Tutti d'accordo sul fatto che la realizzazione degli stadi sia una priorità per il calcio italiano. Il presidente del Milan, Scaroni, ha parlato del nuovo stadio della società rossonera che sorgerà a San Donato. “Abbiamo trovato una soluzione che ci piace, in un’area molto adatta, mi sembra che tutto vada nella giusta direzione. Ci vuole molta attenzione, ma nel calcio è possibile, anche se non facile, trovare un equilibrio fra sostenibilità economica e risultati sportivi".
Urbano Cairo, da 18 anni presidente del Torino, ha evidenziato come nel calcio ad una crescita dei ricavi corrisponda una crescita elevata dei costi degli ingaggi dei giocatori e degli allenatori. “Ci vorrebbero delle regole, come avviene ad esempio negli Stati Uniti, - ha detto Cairo – che fissino dei limiti alla crescita degli ingaggi”.
D’accordo su questa proposta anche il presidente della Salernitana Daniele Iervolino. “Quando gli intermediari, ovvero i procuratori, guadagnano più degli imprenditori – ha detto – c’è qualcosa che non funziona. Deve essere tutto rivisto, servono nuove regole per raggiungere l’equilibrio finanziario e una professionalizzazione degli agenti. Adesso, per assurdo, le regole fiscali ci inducono a comprare giocatori stranieri piuttosto che giovani italiani, un’assurdità”.
L’amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali ha evidenziato come la società emiliana punti da sempre sui giovani. “Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto da soli, con risorte private, riuscendo a mantenere il bilancio positivo. Servono riforme – ha detto – ma spesso anche se siamo tutti d’accordo il sistema si blocca, con un campionato diviso fra poche squadre che lottano per il vertice e tutte le altre che cercano di non retrocedere. Ci vorrebbe più stabilità”.
Parlando dei vivai Daniele De Rossi ha evidenziato la necessità di credere nei giovani. Di dar loro il tempo di crescere. "Siamo figli di una convinzione - ha detto - di una convinzione che i giocatori più vecchi ci diano qualche punto in più. Ma i giovani sono una risorsa incredibile, dobbiamo cercarli mettendo in campo conoscenze e scouting".
Infine il presidente della Lega di serie A Lorenzo Casini. "Mi viene spesso chiesto quali siano le priorità per il rilancio del calcio italiano. Lo abbiamo messo nero su bianco l'anno scorso in un documento con le proposte di riforma: diverse cose sono state fatte, ma quelle che si possono e devono fare sono tante. Gli stadi sicuramente, e lo diciamo da tempo, rappresentano un punto essenziale per il rilancio e l'ammodernamento del nostro movimento, indipendentemente dall'appuntamento di Euro 2032 che deve rappresentare comunque una spinta importante in tal senso. La riforma del calcio però, per essere veramente efficace, deve essere complessiva e a tutto tondo, partendo da un profondo e rinnovato rilancio dei vivai e dei settori giovanili".