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Cala la diffusione del bostrico in Trentino: è l'effetto delle temperature al di sotto della media

Il monitoraggio segnala che a fine maggio le catture sono state 3755 contro le 8945 del 2022



TRENTO. La diffusione del bostrico nei boschi del Trentino appare mediamente in calo rispetto allo scorso anno, secondo i primi dati stagionali. È l'effetto delle temperature al di sotto della media. Lo riferiscono il Servizio Foreste e l'Ufficio fitosanitario della Provincia, sulla base dei monitoraggi realizzati per determinare la presenza del coleottero, passata da una fase endemica a quella epidemica in seguito alla tempesta Vaia dell'ottobre 2018.

Ai fini del monitoraggio, a partire da inizio aprile sul territorio sono state reinstallate 221 trappole a feromoni. A causa dell'andamento meteorologico, le catture medie in provincia a fine maggio sono pari a 3.755 individui per ogni trappola, a fronte delle 8.945 unità registrate alla stessa data nel 2022 (-58%).

L'individuazione di nuovi focolai è comunque assicurata dal personale forestale che garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio. In tutti i Distretti forestali, le catture a questo punto della stagione sono inferiori a quelle del 2022, tranne nella zona di Trento, che risente tuttavia di qualche situazione critica, ma di una buona situazione generale.

Da anni la Provincia ha avviato un Piano di contrasto ad hoc: l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Le assegnazioni di materiale legnoso attaccato dal bostrico dal 1° gennaio 2020 ad oggi hanno raggiunto quota 1,26 milioni di metri cubi, mentre quelle legate a schianti da neve o da vento (principalmente causati da Vaia), sono state pari a circa 1 milione di metri cubi, si legge in una nota della Provincia. 













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