Bricchette per barbecue contaminate da idrocarburi e diossine, sequestri in tutta Italia: l’indagine partita da Trento
L’operazione del Noe ha portato alla luce la produzione e messa in commercio illecita: venivano prodotte con ceneri mescolate a materiale plastico
TRENTO. Bricchette del barbecue contaminate. I Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica, supportati da militari dei Comandi Provinciali interessati, stanno eseguendo il decreto di sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, su richiesta della Procura della Repubblica di Bolzano e della Procura Distrettuale di Trento, che coordinano l’inchiesta che ha portato alla luce l’illecita produzione e messa in commercio, da parte di un’articolata rete produttiva-commerciale transnazionale – attiva infatti tra Alto Adige, Austria, Germania, Croazia, Serbia e Svizzera -, di bricchette per barbecue realizzate utilizzando ceneri decadenti dai processi di piro-gassificazione, accertate contenere elevati valori di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e diossine, pertanto non idonee all’uso per la cottura dei cibi.
Le bricchette per barbecue erano commercializzate in Italia, Austria, Svizzera, Germania e in altri Paesi europei con false certificazioni attraverso due marchi. In Italia, i sacchetti contenenti le bricchette erano venduti al dettaglio nei punti vendita di due catene di negozi, una attiva solo nel Lazio e una diffusa su tutto il territorio nazionale. Entrambe le catene sono ritenute dagli inquirenti estranee alla vicenda e potenziali vittime della presunta frode commerciale.
"Le bricchette venivano prodotte attraverso la lavorazione delle ceneri, già ritenute un rifiuto tossico perché contenenti sostanze cancerogene come idrocarburi (Ipa) e diossina, attraverso l'aggiunta di altro materiale, tra cui anche materiale plastico. Poi venivano immesse sul mercato per la cottura del cibo", ha chiarito la sostituto procuratore di Bolzano, Federica Iovene, in conferenza stampa.