IL FEMMINICIDIO

Bressanone, uccise la moglie e voleva ammazzarsi

Si cercano riscontri all’ipotesi che Robert Kerer abbia cercato di tagliarsi le vene accanto al cadavere della compagna



BRESSANONE. L’inchiesta sull’omicidio di Monika Gruber (la donna di 57 anni sgozzata nel letto matrimoniale dal marito Robert Kerer) è in una fase decisiva. Nei laboratori dei Ris di Parma sono iniziate le analisi dei reperti recuperati sul luogo della tragedia dagli investigatori. Sulla responsabilità di Robert Kerer (che sinora non ha fornito una propria ricostruzione ufficiale dei fatti) non ci sono dubbi.

L’indagato è sostanzialmente reo confesso dato che al momento del suo fermo alla stazione ferroviaria di Bressanone (dove intendeva togliersi la vita gettandosi sotto un treno) l’uomo aveva nella tasca della giacca un biglietto in cui confessava la propria responsabilità sull’accoltellamento della consorte.

Sembra che l’uomo, al momento del fermo, abbia anche raccontato di non essere riuscito a completare il piano di morte con suicidio. Sulle braccia dell’uxoricida gli inquirenti avrebbero effettivamente rinvenuto i segni di alcuni ferite da arma da taglio.

Gli inquirenti stanno cercando riscontri oggettivi all’ipotesi che Robert Kerer - travolto dalla disperazione - dopo aver sgozzato la donna della sua vita abbia effettivamente tentato di morire dissanguato accanto a lei. Sul letto della tragedia sono state ovviamente rilevate molteplici macchie di sangue. A livello scientifico ora si sta cercando di verificare se oltre a quelle della vittima vi sono tracce di sangue anche dell’indagato.

Come noto l’autopsia sul corpo di Monika Gruber (affidata ad un professionista di Verona) ha già rivelato che sulla donna non vi erano ferite da difesa. Questo significa che la vittima potrebbe essere stata sorpresa nel sonno (e non ebbe il tempo di reagire) oppure narcotizzata e, dunque, impossibilitata a reagire (non potendosi neppure rendere conto di quanto stesse accadendo).

Ma c’è anche una terza ipotesi e cioè che la coppia avesse deciso di farla finita, probabilmente per le pesanti difficoltà economiche con cui i due coniugi sembra dovessero fare i conti quotidianamente. In questo caso l’accordo di morte avrebbe previsto dapprima l’assassinio di lei con un colpo secco alla gola e poi il suicidio di lui con il taglio delle vene dei polsi. 













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