Bonus di 5 mila euro al primo figlio, Forum famiglie e Acli: «Misura utile ma servono interventi strutturali»
Marafon: «Occorrono azioni economiche prolungate nel tempo, con interventi di supporto ai genitori lavoratori e creando una rete sociale che valorizzi la natalità». Oliver: «Sì a un mix di politiche economiche, sociali e culturali con una visione ampia sul tema»
TRENTO. Il dibattito politico di questi giorni e la proposta lanciata dall’assessore Francesca Gerosa di portare il bonus di 5.000 euro dal terzo al primo figlio, spingono ad intervenire il Forum delle Associazioni Familiari e le Acli, impegnate quali realtà del terzo settore e del volontariato sociale in rappresentanza del mondo della famiglia.
"Il tema della natalità è e rimane un’emergenza sia a livello locale che nazionale. Il dato dell’Italia preoccupa se pensiamo che nel 2023 a fronte di 379 mila nuove nascite ci sono stati 660 mila decessi con un saldo negativo di 281 mila persone. É come se una grande città come Verona fosse scomparsa nel nulla da un anno altro. Per questo riteniamo corretto che la politica si interroghi su quali azioni mettere in campo per provare ad arginare il fenomeno. Va ricordato anche che in passato il Trentino ha fatto scuola sul tema delle politiche familiari, grazie anche a proposte innovative e al coinvolgimento dell’associazionismo familiare nella costruzione di politiche a misura di famiglia”.
“Il bonus rappresenta uno strumento idoneo per garantire un sostegno economico importante alle coppie che hanno un progetto di vita e desiderano mettere al mondo dei figli. Rimane però un’azione non strutturale e fine a se stessa”. La presidente del Forum Elisa Marafon afferma: “Come Forum sosteniamo da tempo che la politica deve affrontare il problema della denatalità e del sostegno alle famiglie pensando a interventi strutturali concreti e permanenti. La proposta del assessora Gerosa può colmare un bisogno nell' immediato ma bisogna affrontare il tema leggendo il problema a 360°. Le giovani coppie che vogliono coronare il sogno di una famiglia, piccola o numerosa che sia, vanno sostenute con continuità: attraverso azioni economiche prolungate nel tempo, con interventi di supporto ai genitori lavoratori e creando una rete sociale che valorizzi la scelta di mettere al mondo un figlio”.
Continua la nota del Forum e delle Acli: “Ecco che alla luce di questo viene da pensare che se l’azione proposta diventasse realtà risulterebbe importante dal punto di vista economico in quanto, moltiplicando 5.000 euro per il numero dei nati nell’ultimo anno si arriva alla cifra di circa 19 milioni di euro. Condividiamo pertanto il fatto di investire queste risorse sulle politiche per la famiglia, ma ribadiamo nello stesso tempo che andrebbe cambiato il punto di vista e immaginato un’azione politica forte, permanente e strutturata che guardi la famiglia sotto altri punti di vista partendo ad esempio dal bisogno forte di abitazione a costi accessibili sia per quanto riguarda l’affitto, sia per l’acquisto degli immobili”.
“Servono inoltre importi a fondo perduto per le giovani coppie che desiderano acquistare una casa, servizi di conciliazione a costi ancora simbolici, trasporti pubblici gratuiti, abbattimento delle spese per le attività sportive, azzeramento dei ticket sanitari per i bambini senza dimenticare una cultura della natalità, sia nel privato ma anche nell’ente pubblico, perché una maternità è considerata un problema o un disservizio, sempre più donne saranno in difficoltà ad immaginare di mettere al mondo un figlio. Vanno poi agevolati strumenti come i congedi parentali retribuiti, aumentati i mesi in cui una mamma può rimanere a casa a stipendio pieno ma anche azioni di supportato alle aziende virtuose che fanno della maternità un valore positivo anziché un problema organizzativo. In ultimo ricordiamo che esiste uno strumento che si chiama assegno unico provinciale che deve essere rinforzato maggiormente con l’aumento del numero dei figli del nucleo”.
Le Acli aggiungono inoltre la proposta di interventi di sostegno al reddito così come affermato dal presidente del movimento Luca Oliver: "Pensiamo, innanzitutto, ad interventi per garantire un reddito di dignità, perché come dimostrano anche le nostre recenti ricerche, tra le principali cause della denatalità c’è il diffuso senso di precarietà tra i giovani, dovuto principalmente al lavoro povero e alla difficoltà ad avere una abitazione. Inoltre non possiamo che invocare la promozione di un approccio culturale meno basato sull’individualismo consumista e più sul senso di comunità. Quello che serve, quindi, è un mix di politiche economiche, sociali e culturali che per poter essere concretizzate hanno bisogno di una visione ampia sul tema, libera dai condizionamenti di parte e che possa stimolare e valorizzare un dibattito convergente tra tutte le forze politiche che siedono in Consiglio Provinciale. È in gioco il futuro della nostra terra e della nostra nazione, serve una Politica davvero coraggiosa."
La nota congiunta prosegue: “Non desideriamo demonizzare lo strumento del bonus e riteniamo corretto che l’ente pubblico immagini di agevolare la natalità velocemente e in modo concreto, ma il nostro stimolo è quello di fare di più proprio perché un bambino che viene al mondo deve essere visto come qualcosa di prezioso per tutta la comunità.
Questo momento storico porta con sé molte difficoltà ma se la politica è capace di mettersi in ascolto, di coinvolgere e far tesoro delle proposte che arrivano dalla comunità, grazie anche all’autonomia che può mettere in campo, può essere veramente l’occasione per rilanciare un Trentino a misura di bambino e di famiglia”.
(foto repertorio Ansa Epa)