il caso

Bonus bollette, il Pd a Fugatti: “Famiglie fragili discriminate, no al requisito della residenza in Italia da 10 anni"

Sara Ferrari: “Siamo alle solite, la giunta leghista divide tra cittadini di serie A e serie B”



TRENTO. "Registriamo con soddisfazione che la Giunta provinciale ha approvato un intervento a favore delle famiglie più in difficoltà per far fronte all'emergenza innescata dal forte aumento del costo dell'energia. Peccato che la Giunta non perda il vizio della discriminazione tra famiglie fragili. Infatti oltre ai requisiti Isee e Icef, si prevede che per ottenere l'aiuto sia anche necessario essere residenti in Italia da 10 anni". Lo scrive in una nota la capogruppo del Pd del Trentino in Consiglio provinciale Sara Ferrari.

"E qui siamo alle solite! Dopo la bocciatura da parte dei Tribunali dei 10 anni per l'accesso agli alloggi popolari e l'impugnazione sui 10 anni per il bonus bebè, ora anche per avere accesso al bonus energia viene previsto questo requisito di gran lunga più escludente di quanto previsto dalle leggi", scrive Ferrari. “In pratica, ad esempio, a chi risiede in Trentino già da 9 anni, lavora in Trentino, paga le tasse in Trentino, manda i figli a scuola in Trentino ecc., la Giunta Fugatti dice che non potrà avere diritto ad un aiuto per pagare le bollette, diversamente da quanto accade nel resto del Paese e per gli altri cittadini. E questo perché in Trentino la politica leghista deve tenere fede anche in questo momento così delicato alla sua tradizionale inclinazione discriminatoria e alla becera ansia di esclusione e marginalizzazione dello straniero. Una politica ottusa, che perfino i sovranisti che governano le altre Regioni italiane hanno abbandonato da tempo, perché non solo anticostituzionale ma inutile e dannosa visti i maggiori costi che si rischia di generare in termini di aiuti e assistenza dei servizi sociali pubblici”.

“Non si capisce – conclude la nota del Pd – come possa conciliarsi la vicinanza espressa a parole verso chi arriva in queste settimane in Trentino con una scelta politica ed amministrativa che ancora una volta divide i cittadini trentini in serie A e B e punta intenzionalmente a discriminare proprio i nuclei famigliari più fragili per difficoltà occupazionale e abitativa”.













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