Blocchi al Brennero, Coldiretti all’attacco: “Un gravissimo danno”
Attraverso l'arco alpino transita quasi la metà delle esportazioni italiane per un valore vicino ai 200 miliardi di euro di merci made in Italy dirette lungo la traiettoria del corridoio Scandivano-Mediterraneo
TRENTO. Una situazione insostenibile. Terrificante per l’economia economica. Lo dicono tutti da Confindustria a Coldiretti: i blocchi al Brennero per chi fa viaggi la cui destinazione si trova in Germania oppure deve essere raggiunta attraverso la Germania, all'ingresso in Tirolo, non solo al Brennero, ma anche a passo Resia e al valico di San Candido-Prato alla Drava, e a cui serve un tampone negativo molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti sono insostenibili. Ieri tra il Brennero e Bressanone ci sono state fino a 40 km di code. Per evitare situazioni di congestioni al traffico – ricordiamo – ieri sono stati effettuati dei controlli lungo l`A22 Autostrada del Brennero a Verona ed Affi. In assenza di un certificato, i veicoli vengono deviati verso l`A4, l`A23 per entrare in Austria attraverso il valico di Tarvisio, informa la Centrale di viabilità della Provincia di Bolzano.
Lo studio di Coldiretti
Attraverso l'arco alpino transita quasi la metà delle esportazioni italiane per un valore vicino ai 200 miliardi di euro di merci Made in Italy dirette lungo la traiettoria del corridoio Scandinavo-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca).
E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti, dopo che l'Austria ha chiesto il tampone rapido agli autotrasportatori prima di passare la frontiera dove si sono create lunghe file. L'88% delle merci in Italia viaggia su gomma, ricorda la Coldiretti, con il valico alpino che rappresenta un punto privilegiato di sbocco sui mercati esteri. Il Brennero è dunque un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall'Italia verso l'Europa, che rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione.
Un allarme lanciato dalla Coldiretti, che riguarda anche l'agroalimentare con la Germania principale destinazione in Europa e nel mondo di cibi e bevande italiani. Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane infatti, conclude la Coldiretti, interessano i Paesi dell'Unione Europea dove nel 2020 la Germania si classifica come il principale partner con l'export che cresce del 5,5% e raggiunge i 7,5 miliardi.