Benno ripreso in auto con i corpi dei genitori
La Volvo guidata dal giovane la sera del 4 gennaio è stata intercettata in via Castel Roncolo, via Rosmini, Piazza Vittoria e via Roma Benno si fermò per spegnere per sempre il telefono della mamma. Già la mattina aveva annunciato a Martina: «Stasera arrivo in macchina»
BOLZANO. Una tragica sottovalutazione o forse un’ ultima concreta scelta d’amore nei confronti di un figlio che stavano cercando di aiutare in tutto i modi perchè potesse avere una vita normale. Peter Neumair e Laura Perselli erano stati avvisati che il figlio Benno avrebbe potuto avere comportamenti molto violenti a causa di una situazione psichica problematica. Fu a livello sanitario che ai due genitori venne consigliato di chiudersi a chiave in camera durante il sonno notturno. Delle reazioni di Benno non avrebbero dovuto fidarsi. Peter e Laura lo sapevano.
Lo sapeva soprattutto la mamma che più volte aveva insistito perchè il figlio accettasse di curarsi in maniera adeguata soprattutto dopo una prima diagnosi dei medici germanici (ove Benno fu sottoposto ad un ricovero obbligatorio di alcuni giorni) che parlava di probabile schizofrenia paranoide. I due genitori avevano paura. Laura Perselli lo aveva confidato anche ad alcune amiche.
In un’occasione, il 30 luglio dello scorso anno, il comportamento di Benno a casa dopo essere rientrato dalla Germania aveva indotto i genitori anche a chiedere l’intervento di una pattuglia della Volante. Papà Peter e mamma Laura avevano però sempre scartato l’ipotesi di abbandonare Benno in mano a medici e potenti farmaci. Una scelta d’amore e di fiducia pagata purtroppo con la vita.
Un mese d’inchiesta ha intanto rafforzato l’idea che Benno abbia preparato nei mini particolari l’omicidio dei genitori di cui intendeva sbarazzarsi una volta per tutte. Non è un caso se la Procura non ritiene quella resa da Benno “una confessione”. La sua versione è considerata solo un’ “ammissione di responsabilità” (come ha scritto la Procura). In altre parole i magistrati inquirenti sono convinti che i due omicidi non siano avvenuti come sostenuto dall’indagato, cioè dettati da impeto e rabbia dopo un litigio con papà Peter. Lo dimostrerebbe tutta la gestione del periodo successivo al crimine. Lo si desume anche da alcuni particolari dell’ordinanza con cui il tribunale del riesame il 9 febbraio scorso ha rigettato le istanze della difesa.
A cadaveri ancora caldi, Benno uscì infatti subito di casa la sera del 4 gennaio per mettere in atto dopo il duplice omicidio il primo depistaggio sicuramente pianificato. Benno aveva probabilmente già scelto come agire per tentare di allontanare da sè i sospetti degli inquirenti alimentando l’ipotesi della disgrazia e cioè di un incidente durante una passeggiata a sud della città, nei pressi del fiume Isarco (che poco dopo confluisce nell’Adige). Appena uccisa anche la mamma, Benno quella sera decise di portare il telefono della donna nella zona di ponte Roma poco dopo le 18.43, nascondendolo in un cespuglio lungo il tragitto della pista ciclabile che corre sotto il ponte. Verrà lasciato lì sino alle 21,26 per far ritenere agli inquirenti che la Laura Perselli si trovasse lungo il fiume la sera della scomparsa. In realtà Benno, rimontato in bicicletta, ritornò a casa in via Castel Roncolo e si organizzò per trasportare i cadaveri nella Volvo dei genitori che avrebbe utilizzato per raggiungere l’abitazione di Martina ad Ora a cui già la mattina dello stesso giorno aveva annunciato la visita.
Benno sapeva che i suoi genitori non gli avrebbero permesso di utilizzare la vettura (in altri due casi era stato costretto a raggiungere Ora in pullman) ma quella mattina già sapeva che avrebbe potuto usare l’auto. Ma è stato proprio l’uso dell’auto ad incastrare Benno. Dalle 21.16 della sera del 4 gennaio la Volvo di proprietà della famiglia Neumair (probabilmente con i cadaveri dei genitori a bordo) fu infatti ripresa da diverse telecamere dislocate in città in via Castel Roncolo, in via Rosmini, in piazza Vittoria e in via Roma. Alle 21.20 l’auto venne ripresa svoltare da via Roma in viale Trieste e parcheggiare in piazzetta Scholl. Benno a quel punto effettuò una chiamata al cellulare della madre per dimostrare agli inquirenti di averla cercata in serata. In realtà il giovane venne ripreso scendere sotto il ponte (ove aveva nascosto il telefono).Pochi minuti dopo, alle 21.26 il telefono di Laura Perselli si spense per sempre, probabilmente gettato nel fiume.