Assegno unico, pochissime domande presentate
In regione siamo a un quarto delle richieste attese, peggio rispetto al resto d’Italia. Da fine marzo decadono assegno alla famiglia e detrazioni fiscali.
BOLZANO. Famiglia, nuovo assegno nazionale unico e universale. Poche le domande giunte finora all’Inps. Poche anche le pratiche avviate presso i centri di assistenza fiscale per poter presentare l’Isee, l’indicatore reddituale grazie al quale chi ha entrate basse può ottenere assegni più sostanziosi. Sono decine di migliaia i lavoratori che a fine marzo rischiano di subire pesanti tagli al netto in busta paga, fra cancellazione dell’ex assegno nazionale per la famiglia e detrazioni Irpef per i figli a carico decadute. E intanto, si moltiplicano le incertezze legate al nuovo assegno provinciale, in partenza a inizio luglio.
Purtroppo, al momento mancano i dati disaggregati a livello provinciale. Ma per capire sono sufficienti le statistiche nazionali e in subordine regionali. Al 24 febbraio, data dell’ultima comunicazione ufficiale, per quanto riguarda il nuovo assegno nazionale unico, in Trentino Alto Adige erano state presentate soltanto 42.151 domande, per un totale di 76 mila figli.
Anche a livello nazionale i dati non sono confortanti, ma in regione siamo messi addirittura peggio. Se in Italia al momento ha presentato domanda il 4,6% della popolazione residente, in regione siamo solo al 3,91%. E se a livello italiano in seguito al varo del nuovo sostegno familiare si attendevano circa 7,5-8 milioni di richieste, le domande effettivamente presentate al momento assommano soltanto a 2 milioni. In regione, invece, l’aspettativa era compresa fra le 160 e le 170 mila richieste, ossia circa il quadruplo delle domande giunte fino ad ora.
Anche i centri di assistenza fiscale confermano. Un dato su tutti, avallato dal Caaf della Cgil altoatesina: se fra gennaio e febbraio ci si attendeva di dover elaborare 15 mila pratiche Isee, in realtà si è raggiunta soltanto quota 6 mila.
L’assegno unico nazionale, spiegano i tecnici dei patronati, era nato per semplificare, elidendo i cinque differenti assegni preesistenti per crearne uno soltanto, snellendo le procedure burocratiche. La richiesta per così dire base, normale, per chi è dotato di Isee elevato, è semplice: pochi minuti sul sito dell’Inps e si ha diritto a 50 euro mensili a figlio. Ma chi può pretendere assegni maggiori deve per forza presentare l’Isee.
Le novità, come al solito in Italia, sono difficili da digerire e, soprattutto, molti ancora non hanno compreso che dalla busta paga di marzo decadranno due cespiti finora automatici: stop all’assegno nazionale alla famiglia (finora anticipato dal datore di lavoro) e alle detrazioni fiscali per i figli. Ergo, chi non si adegua rischia decurtazioni tutt’altro che trascurabili alla busta paga. In molti se ne accorgeranno a fine mese, e ci sarà ancora tempo sino a fine giugno per rimediare e ricevere i conguagli, mentre da luglio i soldi di questi primi mesi saranno persi.
Ma c’è un ma: i centri di assistenza fiscale non riusciranno a elaborare tutte le pratiche Isee necessarie per accrescere l’assegno. Intanto perché negli uffici dei patronati altoatesini dalla primavera avrà la precedenza l’elaborazione delle dichiarazioni dei redditi - un obbligo di legge, mentre la richiesta di assegno unico nazionale è facoltativa. E poi, da fine giugno, decadrà anche l’assegno unico regionale, sostituito da un assegno provinciale anche questo soggetto - e in tal caso per forza - alla presentazione dell’Isee. Sindacati e patronati hanno stigmatizzato questa scelta della Provincia, che ha voluto stralciare la preesistente Durp, strumento locale molto apprezzato, per adeguarsi alle linee guida nazionali. Ma invano.
L’assegno unico e universale a livello nazionale assorbirà invece le altre misure a sostegno della famiglia, come il bonus premio alla nascita o all’adozione (bonus mamma domani), l’assegno di natalità (bonus bebè), l’assegno al nucleo familiare con almeno tre figli, gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni (resta invece valido il bonus asilo nido). L’importo mensile va da un massimo di 175 euro a figlio per chi ha l’Isee inferiore a 15 mila euro a un minimo di 50 euro a figlio per tutte le famiglie con Isee pari o sopra i 40 mila euro oppure che non presentano l’Isee. DA.PA