Settanta osservazioni per cambiare la Variante 15
Piano regolatore. Valutatre le richieste di modifica presentate dai cittadini al Comune Soltanta una quindicina quelle accolte, ma per cambiamenti di piccola entità
Arco. Sono state settanta le osservazioni prodotte dai cittadini alla Variante 15 che sarà portata in discussione in consiglio comunale entro la metà di marzo, una quindicina soltanto delle quali accolte, ma per assestamenti di modesta entità. Lo ha comunicato ieri l’assessore all’urbanistica Stefano Miori nel corso del resoconto fatto sugli esiti dell’iter burocratico dell’importante documento programmatico su cui la giunta Betta ha investito molte delle sue energie e della sua credibilità. In caso di approvazione, operazione non scontata, la palla passerà alla Provincia, che avrà due mesi di tempo per effettuare eventuali modifiche normative. Secondo il calendario amministrativo previsto, con l’anno nuovo, e con la nuova amministrazione, il Comune potrà entrare materialmente in possesso delle aree oggetto di perequazione e iniziare a intervenire come previsto dalla nuova pianificazione urbanistica.
Tutto dipenderà da quello che accadrà in aula consiliare, visto che a poche settimane dalle consultazioni elettorali gli equilibri si sono pesantemente modificati. Il Patt, ha però fatto sapere il vicesindaco Stefano Bresciani, si manterrà fedele alla linea concordata prima dello strappo e ribadirà la medesima posizione assunta in sede di prima adozione, mentre Andrea Ravagni, presente all’incontro di ieri, ha esplicitato che il voto del suo gruppo potrebbe essere positivo a patto però che si stralci il piano relativo a via Sant’Andrea, quello che in cambio di 12mila metri quadrati da destinare ad area sportiva concederà ai privati di realizzare cubature su non più di 2mila metri quadrati. Un’ipotesi difficile da concretizzare, visto che sulla perequazione questa amministrazione, come ha sottolineato il sindaco Alessandro Betta, ha voluto puntare forte: «Non tutti però hanno compreso i vantaggi di questa scelta – ha detto – e per questo siamo stati accusati di essere dei cementificatori. In realtà è stato l’esatto contrario, poiché, come accaduto con evidenza a Linfano, siamo riusciti a invertire le previsioni del Prg e a edificare meno di quanto pianificato. Ci hanno accusati di aver svenduto il territorio – ha aggiunto – ma come sostengono tecnici di fama internazionale la perequazione garantisce sviluppo, sostenibilità ambientale e soprattutto equità. In tempi poi di risorse provinciali limitate, questo sistema si è rivelato l’unico a garantire la possibilità di creare vantaggi per la comunità». I dati portati dall’architetto Vecchietti, d’altronde, parlano chiaro: a fronte di quasi 28mila metri quadrati acquisiti dal pubblico con la perequazione, i privati potranno edificare per poco più di 5mila, 3387 dei quali residenziali e il resto commerciali.