comitato di partecipazione 

San Giorgio torna al voto Ma c’è il rischio-flop

ARCO. C'è chi parla di “scioglimento in blocco” e chi invece “di un processo che dura da anni”, eppure la causa della fine prematura del Comitato di partecipazione di San Giorgio sembra mettere tutti...


di Katia Dell’Eva


ARCO. C'è chi parla di “scioglimento in blocco” e chi invece “di un processo che dura da anni”, eppure la causa della fine prematura del Comitato di partecipazione di San Giorgio sembra mettere tutti d'accordo: tante battaglie, poche quelle vinte, troppa insoddisfazione da parte dei cittadini che ne erano parte attiva.

Eletto nel 2014, per norma il Comitato avrebbe dovuto mantenere i suoi membri e la sua struttura per cinque anni. Invece, a metà mandato, il prossimo 11 dicembre alle 20.30 sarà di nuovo tempo di votazioni. Ma cosa è successo? «La prima dimissione c'è stata ancora pochi mesi dopo la nomina» - afferma l'assessore competente, Stefano Miori - «probabilmente per questioni personali, per fattori di tempo. Del resto, nel prendere parte a questi organi partecipativi, non si ricevono gettoni di presenza, ma al contrario si fa tutto in forma volontaria, con tutti gli svantaggi che ne derivano». Nell'ultimo anno, però, coloro che hanno scelto di abbandonare il ruolo sono aumentati: «Prima hanno lasciato la carica l'allora presidente, Francesco Vinci, e l'allora vice, Ivan Piantoni, poi gli altri, finché, dopo Massimo Tamburrino, che era uno dei più attivi, sono rimasti solo in tre». Un numero che non basta per potersi legalmente definire Comitato, ma che, stando a quanto sostiene l'attuale presidente Giuseppe Perini: «Potrebbe anche non aumentare. Servono tra i quattro e i sette membri ma, ad oggi, non è così scontato che si riescano a trovare tante persone disposte a candidarsi e a farsi eleggere». Molto forte, infatti, tanto per l'assessore Miori, quanto per Perini, lo sconforto: «Ci sono questioni come la viabilità parassitaria di San Giorgio, la circonvallazione, la ztl, che da molti anni non trovano soluzione, e che quindi fanno sentire i residenti impotenti e inascoltati». Ma se sul risultato delle grandi battaglie, amministrazione e cittadini concordano, altrove le opinioni sono molto distanti. Per Perini la colpa è del Comune: «Si è dato vita a queste forme di partecipazione, ma poi non le si ascolta. Non è un problema solo di San Giorgio, ma di qualsiasi Comitato. E non solo non si arriva a un compimento, ma non si ottengono neppure risposte. Un'indifferenza che va oltre le grosse questioni di interesse comunale o addirittura provinciale, arrivando a calare anche su piccolezze come delle fioriere o degli specchi stradali». Difficoltà che Miori conferma, ma legandole alle scelte del Comitato: «Da un lato - e questo è un male comune – capita spesso che le proposte degli organi di partecipazione vengano poi subito dopo smentite e contrastate dai singoli cittadini che, a loro volta, si presentano in municipio con le loro ragioni, rallentando i processi. Dall'altro lato, negli ultimi anni, il Comitato ha scelto di concentrarsi più volte su problemi sovralocali in cui non può fare la differenza, anziché combattere per questioni in cui avrebbe avuto peso e competenza».















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