Pompieri, «congelata» la posizione di Alberti 

Niente dimissioni. L’ispettore potrebbe farsi da parte se ci sarà un nome alternativo condiviso: si pensa ad un ledrense



ALTO GARDA. Una situazione “congelata” in attesa di trovare una soluzione condivisa, che potrebbe essere l’individuazione di un nome alternativo (quasi certamente un ledrense). Per ora, dunque, nessun passo indietro da parte di Michele Alberti. Questo il quadro emerso nel corso dell’assemblea distrettuale, svolta lunedì sera nella caserma dei pompieri di Riva e convocata dopo la lettera di sfiducia nei confronti di Alberti che i cinque comandanti dell’Alto Garda hanno scritto poche settimana fa, lamentando - tra l’altro - uno sbilanciamento di rappresentanza a favore dei sei corpi della valle di Ledro.

Erano presenti, oltre a tutti i comandanti ed i vice comandanti dell’Alto Garda e Ledro, il presidente della federazione Tullio Ioppi, i due vice Luigi Maturi e Guido Lunelli, l'assessore provinciale alla protezione civile Tiziano Mellarini, l'ispettore distrettuale Michele Alberti e i suoi due vice Renato Santi e Lorenzo Righi, la cassiera Mariateresa Toniatti, il segretario Nicolò Rigatti ed i due responsabili di settore Manuel Segato e Daniele Zanoni. Premesso che la vicenda non ha avuto alcuna ripercussione sull’operatività dei pompieri volontari, il presidente Tullio Ioppi - si legge nella nota dei pompieri - ha evidenziato la delicatezza della situazione.

«Fuori dalla porta ci sono i cittadini, dentro una famiglia che deve ritrovare l’unità, perché i pompieri sono interpreti di valori profondi», ha invece detto Mellarini. «Non ci sono differenze tra piccoli e grandi centri - ha continuato l’assessore - non ci sono corpi volontari di serie A o serie B e io non sono pro o contro nessuno. Tra persone intelligenti ci deve essere un chiarimento, anche ammettendo gli errori. E se serve, per fare cento passi in avanti, tutti devono fare un passo indietro».

Per quanto riguarda le posizioni dei protagonisti, tutti hanno ribadito quanto già detto sino ad oggi: i comandanti dell’Alto Garda e Ledro hanno ripetuto ad Alberti che è stato lacunoso in termini di comunicazione e organizzazione, pur non negandogli una possibilità di riscatto. Alberti ha respinto al mittente le critiche, lamentando le modalità con cui è stato chiesto il suo allontanamento. Come uscirne dunque? Sul piano amministrativo per il 2019 verrà preparato un bilancio puramente tecnico. Nel frattempo si cercheranno soluzioni. Alberti non intende presentare le dimissioni, a meno che non si trovi di fronte ad un’alternativa sulla quale convergano tutti i comandanti dell’Alto Garda e Ledro. A quel punto si farebbe da parte. Quasi certamente si cercherà di puntare sul nome di un ledrense, soluzione che farebbe da ponte tra la valle e l’Alto Garda: fra i nomi che circolavano ieri, quello dell’attuale vice ispettore Renato Santi. (g.f.p.)













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