«Nuova ciclopedonale sul Sarca»
Arco, l’idea del sindaco Betta per collegare Linfano con Pratosaiano: «I soldi? Dal Fut o dai privati»
ARCO. Con il completamento della ciclabile lungo via della Cinta e l’imminente avvio del tratto arcense a lato di via Santa Caterina la rete di ciclabili del Comune di Arco si amplia ulteriormente andando a definire una varietà di percorsi a disposizione di turisti che frequentano l’Alto Garda oltre che ad uso dei locali e che quasi sicuramente vedranno un aumento significativo del traffico ciclopedonale, in particolare lungo l’asse del Sarca.
Per questa ragione il sindaco di Arco Alessandro Betta sarebbe interessato alla realizzazione di un nuovo ponte ciclopedonale sul Sarca, da realizzarsi nei pressi dell’area industriale del Linfano, vicino agli stabilimenti Aquafil e Dana, così da poter mettere in collegamento la zona di Pratosaiano e le sue numerose stradine in terra battuta immerse nei campi, con tutto il resto della rete ciclopedonale arcense situata sulla destra orografica del fiume. Nella visione del sindaco questo darebbe un’alternativa più naturalistica a chi vorrebbe semplicemente camminare in uno dei più ampi polmoni agricoli comunali alleggerendo il flusso su di un solo tragitto ciclopedonale e creando un “anello” con Arco città, i campi, il verde e il fiume. «Dobbiamo riconoscere che con il completamento del tratto ciclopedonale lungo via della Cinta - ha spiegato Betta - si avrà una ciclabile unica che da Dro porta a Torbole e viceversa andando ancora più a nord. L’afflusso è già alto e probabilmente aumenterà. Anche per questo - ammette il sindaco - non sarebbe male pensare a una nuova passerella ciclopedonale che alleggerisca questo flusso e dia un’alternativa allo stile “ciclabile”. Si pensava a un percorso in terra battuta per Pratosaiano lungo le stradine già presenti che formi un anello su Arco». Fin da subito Betta ha voluto chiarire l’aspetto ambientale. «Qualsiasi cosa si farà e se si farà - ha precisato - si dovrà mantenere il più possibile la naturale conformazione del paesaggio». Se è vero che attualmente le passerelle arcensi non si somigliano l’una con l’altra (quella a Prabi, il ponte di Arco, la passerella a nord della Casa di Cura Regina e quella a sud della stessa) questa volta ci sarebbe almeno la volontà di copiare l’ultima realizzata in ordine di tempo. «Avere uno stile unico - sintetizza Betta - è un’idea e la si potrebbe fare come quella realizzata dal Regina». Rimane aperta la questione economica. «È un’opera di interesse sovracomunale e potrebbe trovare finanziamento nel Fondo unico territoriale (Fut) o avere l’appoggio dei privati, magari proprio di quelle industrie che vi graviterebbero intorno».