New York applaude Andrea e Lorenzo 

Fatica, sorrisi e lacrime: un successo la maratona dei due atleti altogardesani con la sindrome di Down


di Sara Bassetti


ARCO. “Brividi”. Per un maratoneta correre a New York è il coronamento di un sogno che a volte fa nascere e rinascere. Vale per i grandi campioni, vale per tutti. Vale soprattutto per chi ha come unico grande obiettivo quello di andare oltre il traguardo. Percorrere i 42 chilometri e rotti della maratona più famosa del mondo con la fatica e la gioia di vivere un’occasione speciale. Per sé stessi, per la propria famiglia, per le persone che hanno un’analoga disabilità, e per le migliaia di spettatori che si incontrano lungo il percorso e che all’arrivo condividono l’emozione di un’impresa che è già storica. «È stata una giornata bellissima». Poche parole, con le quali i ventenni altogardesani Andrea Degli Esposti e Lorenzo Zulberti, che domenica hanno coronato il sogno di correre i 42 chilometri e 195 metri della maratona di New York, ieri hanno commentato la loro grande impresa, a meno di ventiquattro ore da quelle emozioni attese da tempo. Brooklyn, il Queens, il Bronx e Manhattan: Andrea e Lorenzo, accompagnati rispettivamente dalla sorella Giulia Degli Esposti e dal papà Remo Zulberti, e affiancati da Gianluca Gerevasi, in una giornata di sole splendente hanno attraversato una città che ha saputo, ancora una volta, essere eccezionalmente diversa da sé stessa, e trovato nell'entusiasmo tutto americano un bellissimo punto di contatto. Una sfida vinta, preziosa, grandissima, preparata con tanta costanza e amore, che è stata resa possibile grazie a “Road to New York”, l'iniziativa realizzata dal Gruppo Arcese in collaborazione con il dottor Gabriele Rosa, Rosa&Associati e il Marathon Center di Brescia, che hanno permesso ad Andrea, a Lorenzo e ad altri tre ragazzi che convivono con la sindrome di Down, di partecipare alla maratona della Grande Mela, e tagliare insieme il traguardo dell’impegno nell’inclusione sociale e nell’abbattimento di qualunque barriera. «Sul ponte di Verrazzano è iniziato anche per noi un viaggio fatto di emozioni, divertimento, aggregazione, fatica e gioia: c’era tantissima gente assiepata sui marciapiedi, dietro le transenne e affacciata alle finestre, intenta a sostenere tutti a gran voce – ha commentato Aurora Arcese, a New York assieme al fratello Matteo, alla cognata Francesca e a un gruppo di amici – ma l’emozione più grande è stata quella di tagliare il traguardo con loro; l'incredulità di Andrea e Lorenzo, la loro gioia e l'ironia che ancora una volta li ha contraddistinti credo siano già nel cuore di tutti». Una felicità dirompente, che è stata immortalata in preziosissime foto difficilmente commentabili a parole, testimonianza di come la maratona di New York, per tutti la più bella del mondo, un motivo per esserlo ce l'abbia davvero.













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