Linfano, i cittadini si mobilitano 

Partecipata riunione alla casa sociale di Vigne per decidere le iniziative contro il piano attuativo


di Gianluca Marcolini


ARCO. La battaglia entra nel vivo. Il comitato per la salvaguardia dell’olivaia rinsalda le fila ed affila le armi a sua disposizione per cercare di combattere quella che Gilberto Galvagni e gli altri del gruppo ambientalista arcense considerano una vera minaccia per il nostro territorio: il piano di sviluppo del Linfano già licenziato dall’amministrazione arcense ma in attesa di tornare in consiglio comunale per una nuova adozione urbanistica.

Il comitato, lunedì sera, si è dato appuntamento alla casa sociale di Vigne per una riunione di lavoro allargata anche ai cittadini. Una sessantina le persone presenti all’incontro, con la sala subito piena di gente intervenuta non tanto per ascoltare (sono già state organizzate delle assemblee in cui la stessa amministrazione ha illustrato i contenuti del piano attuativo del Linfano) quanto per parlare, per offrire al comitato un aiuto in termini di proposte, suggerimenti, collaborazioni.

Presenti alla serata anche i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Giovanni Rullo e Lorenza Colò, il loro collega di Riva Andrea Matteotti, il consigliere della Comunità di Valle Ezio Viglietti, il consigliere comunale di maggioranza ad Arco Gabriele Andreasi (che ha ricevuto l’apprezzamento del comitato per averci messo la faccia) ed alcuni rappresentanti della Tribù delle Fratte di Mori che hanno portato la loro esperienza nell’accesa battaglia (sfociata anche nell’occupazione in municipio a Mori) contro la realizzazione del vallo tomo.

Alla fine Galvagni e gli altri del comitato se ne sono tornati a casa appagati, soddisfatti della risposta avuta dalla cittadinanza, persino rincuorati e con una nuova energia che cercheranno di utilizzare, nelle prossime settimane, per contrastare i propositi del Comune di dare uno sviluppo all’area del Linfano, principalmente sui terreni dell’ex Porto Arco acquisiti a suo tempo ed oggi di proprietà dell’ex municipalizzata Amsa. Un progetto che il comitato per la salvaguardia dell’olivaia giudica potenzialmente dannoso per l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio, definito a dir poco delicato, delle volumetrie ricettive preventivate dal piano.

La serata è iniziata con una breve introduzione da parte dei promotori poi la parola è passata ai cittadini che hanno dapprima condiviso la necessità di fermare l’iter urbanistico e quindi si sono impegnati a buttare sul tavolo alcune proposte con l’obiettivo di riuscire a catalizzare l’attenzione della comunità non solo di Arco ma dell’intera Busa. Ecco, dunque, che nei prossimi giorni il comitato prenderà in considerazione, fra le altre, anche l’idea di dare vita a gazebo nell’ambito del mercatino di Natale, per informare e sensibilizzare la popolazione, così come deciderà se organizzare o meno una sorta di fiaccolata in centro ad Arco o in alternativa una camminata fino al Linfano da svolgere in occasione della festa del broccolo che si terrà a gennaio.

Tra le necessità emerse durante il dibattito anche quella di raccogliere dei fondi in caso si decidesse di passare a vie più “forti” e in tal senso verrà studiata la possibilità di ricorrere al “crowdfunding” (la raccolta fondi online) magari usando uno slogan suggestivo che faccia breccia nella sensibilità della popolazione («Addotta un metro quadro della tua terra»). Sondate anche le ipotesi di raccogliere altre firme, allestire un referendum dimostrativo e soprattutto provare a convincere il consiglio comunale (serve l’appoggio di un terzo dei consiglieri, ovvero tutta la minoranza più uno) a convocare la prima adunanza aperta nella storia di Arco, come è avvenuto qualche settimana fa a Riva in cui si è discusso della gelateria Punta Lido. Insomma, tante idee ma soprattutto molta determinazione. La battaglia è appena iniziata.

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