La storia di Omkafè in un museo 

La famiglia Martinelli, da tre generazioni alla guida della torrefazione, ha aperto lo spazio espositivo e culturale in via Aldo Moro



ARCO. In pochi comprendono il reale significato di un gesto che è tra i più naturali e quotidiani della nostra vita. Gustarsi un caffè, nei vari momenti della giornata, è molto più che agguantare una tazzina e sorseggiare l'aroma inconfondibile della miscela tostata. In quella tazzina sono racchiuse passione, storia e tradizione ma non sempre ci si ferma a riflettere su questo mondo raccolto in una semplice tazzina.

Omkafè ha deciso di provare a colmare quel gap culturale che oggi differenzia il settore della torrefazione ad esempio da quello vinicolo. La famiglia Martinelli ha deciso di dedicare uno spazio importante della propria casa, in via Aldo Moro ad Arco, alla conoscenza e alla divulgazione. Nei giorni scorsi è stato inaugurato il nuovo percorso espositivo che raccoglie una serie di testimonianze legate all'attività e alla storia di Omkafè. Una cerimonia senza troppi fronzoli ma ricca di suggestioni offerte ai molti presenti (autorità, amici, colleghi e naturalmente dipendenti e familiari) da Lorenzo e Fabrizio Martinelli, i due nipoti del fondatore. Il mitico Ottorino, nel 1947, aveva dato il là all'attività imprenditoriale aprendo la Casa del Caffè in via Maffei. La torrefazione successivamente si è trasferita in via Cattoni, dove hanno cominciato a collaborare anche i figli Renato e Remo, per poi approdare in viale Vannetti con l'ingresso in azienda della terza generazione formata dai nipoti Lorenzo, Giovanni e Fabrizio; da qualche anno, infine, un sogno diventato realtà con la realizzazione dello stabilimento in via Aldo Moro.

«Questo museo vuole essere una finestra sulla storia del caffè cercando di stimolare la conoscenza e la cultura di questo prodotto», ha spiegato Lorenzo Martinelli durante l'inaugurazione. «Tradizione e innovazione sono le priorità che portiamo avanti quotidianamente mossi da una passione che è soprattutto per questo prodotto – prosegue Martinelli – cercando di fare sempre del nostro meglio».

Omkafè oggi si avvale del lavoro di 22 dipendenti più il management. Il museo è aperto tutti i giorni ed è fruibile dal visitatore in maniera autonoma, basta entrarci e immergersi nella storia del caffè fra macchinari antichi e moderni (a infusione, percolazione o pressione), fotografie in bianconero che riportano alla mente i tempi che furono, ma anche il gioco delle domande appese alla parete del museo per saggiare la conoscenza su tutto quello che riguarda il caffè (una su tutte: è vero che non bisogna mai pulire la caffetteria? Per la risposta bisogna girare la tavoletta) e la mappa delle provenienze mondiali delle varie miscele. La visita al museo si conclude con una camminata sul ballatoio che offre una vista sull'attività lavorativa svolta giornalmente all'interno della torrefazione, un'occasione imperdibile per avvicinarsi un po' di più a questo mondo di aromi, tradizioni e cultura racchiuso dentro una semplice tazzina. (gl.m.)













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