«Il fiume Sarca è poco sicuro: urge un’operazione di pulizia» 

I funzionari della Provincia hanno illustrato l’intervento in programma nell’alveo dove si taglieranno le piante più grandi. Betta: «Datemi pure il premio di nemico della Terra ma non rischio una tragedia»



ARCO. Interesseranno tutte le piante poste all’interno dell’alveo, di fusto superiore ai 4-10 centimetri di diametro, i lavori di pulizia della Sarca che partiranno nei prossimi mesi.

«Il periodo più indicato per lavori di questo tipo sono quelli freddi - ha spiegato Lorenzo Malpaga, funzionario del Servizio bacini montani della Provincia, nel corso della serata che si è tenuta lunedì a Palazzo Panni, facendo supporre dunque un avvio piuttosto immediato - in questi mesi, e intendo da dicembre a marzo, infatti, non si vanno a disturbare i cicli riproduttivi della flora e della fauna acquatiche».

L’opera, che sembra ormai cosa certa, a discapito di ogni tentativo di protesta, riguarderà l’intero corso del fiume geograficamente inserito nel territorio del Comune di Arco. «Non faremo “piazza pulita” della vegetazione - ha proseguito Malpaga durante la serata organizzata dall’amministrazione comunale proprio per fornire alla popolazione tutti i dettagli sull’operazione - e questo deve essere chiaro ai cittadini. Procederemo pianta per pianta, eliminando solamente quelle che possono essere considerate pericolose in caso di un’eventuale piena: ovvero gli alberi con un fusto superiore a 4-10 centimetri che si trovano all’interno della sezione idraulica (la linea ipotetica che le acque raggiungerebbero con il fiume alla sua massima portata n.d.r.) e che, occupando grandi volumi, causerebbero lo straripamento».

Oltre a queste piante, poi, «saranno abbattuti anche alcuni salici piangenti e fichi, specie non fluviali, come quelli subito a monte dello storico ponte arcense, alcuni di quelli in località Moleta, quello ormai secco nelle immediate vicinanze della tabella che commemora la piena del 1960, e quello posto all’altezza del campo da calcio di via Pomerio». Scopo della serata, come detto, quello di illustrare il progetto alla comunità, dimostrandone la sua necessità, anche in risposta alle numerose proteste che, da anni, accompagnano l’idea di pulire l’alveo della Sarca.

«Ci si era provato anni fa, senza successo - ha spiegato il sindaco Alessandro Betta - ma ora va fatto. Preferisco essere additato come nemico della Terra, che vedere morire dei cittadini». Una responsabilità che Lorenzo Malpaga non vuole avere: «Questo fiume è di competenza provinciale. Giusto quindi ascoltare, democraticamente, ogni suggerimento, ma poi non voglio sulla coscienza un mancato intervento». A confermarne l’esigenza è stato anche l’ingegnere Nicola Dalbosco, funzionario del Servizio bacini montani: «I calcoli idraulici sulla portata mostrano come non ci siano grandi margini di sicurezza nell’attuale stato del fiume. La vegetazione influisce molto, in tal senso, e c’è dunque bisogno di un’operazione, che dovrà essere anche piuttosto robusta». (k.d.e.)













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