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Il Comune di Arco va in controtendenza e assume: il sindaco dà il benvenuto ai nuovi dipendenti

Sono ben 13 (su un totale di 120 dipendenti) i nuovi assunti dall’amministrazione. Betta ha voluto incontrarli per un saluto ma ha anche stigmatizzato l’atteggiamento «di alcuni dipendenti contrari alle scelte fatte dall’amministrazione, che causano  un rallentamento inaccettabile del lavoro»



ARCO. Sono ben tredici (su circa 120) i nuovi assunti del Comune di Arco, che sindaco e Giunta assieme al segretario generale reggente e ai responsabili dei servizi interessati hanno incontrato nella mattina di lunedì 19 luglio a Palazzo dei Panni, per un saluto e per conoscersi. I nuovi assunti sono undici all’Area tecnica (sette operai qualificati al cantiere e quattro assistenti tecnici, due al Servizio edilizia privata e urbanistica e due al Servizio opere pubbliche, patrimonio e ambiente) e due all’Area amministrativa-finanziaria (un assistente tecnico al Servizio gestione economica del patrimonio e un assistente amministrativo contabile al Servizio stipendi).

All’incontro hanno preso parte il sindaco Alessandro Betta, il vicesindaco Roberto Zampiccoli, gli assessori Guido Trebo, Dario Ioppi e Gabriele Andreasi, il segretario generale reggente Stefano Lavarini, la responsabile del Servizio personale Giovanna Bertamini, la responsabile del Servizio Opere pubbliche, patrimonio e ambiente Alessia Fusaro, il responsabile e coordinatore del cantiere comunale Valerio Linardi e il direttore della biblioteca Alessandro Demartin.

Il sindaco ha ricordato come il Comune sia assimilabile a un'azienda che eroga servizi ai cittadini, «in una società sempre più complessa e meno unita, quindi in un clima spesso conflittuale e difficile, in cui si rende ancora più necessario un lavoro di squadra in uno spirito di responsabilità e in un clima di collaborazione e di condivisione di obiettivi, rapportandosi all’esterno con la consapevolezza del proprio compito e della funzione di rappresentanza che ogni dipendente comunale ha in sé». Circa i conflitti che possono sorgere sul lavoro, il sindaco ha raccomandato «di non agirne nella quotidianità gli effetti emotivi, causando tensioni e inceppi, ma di parlarne e di lavorare per sciogliere nodi e incomprensioni, così da adempiere al compito fondamentale di far fluire in modo efficace l’attività lavorativa». Ha proposto, quale concetto a cui ispirarsi, quello di “ubuntu”, che in lingua bantu vuol dire “benevolenza verso il prossimo”. Ha parlato poi della cosiddetta burocrazia, «un peso a volte paralizzante che richiede discernimento e buon senso, e di fenomeni di conflitto politico, ovvero della contrarietà di alcuni dipendenti alle scelte fatte dall’amministrazione, che in alcuni casi hanno causato, e stanno causando, un rallentamento inaccettabile del lavoro».

Il segretario Lavarini ha spiegato «come l’attività del pubblico dipendente sia diventata molto più complessa che in passato, e che anche alle pubbliche amministrazioni, come alle aziende private, sia oggi richiesto di ottenere risultati verificabili. Se per le aziende pubbliche tali risultati si riassumono nel raggiungimento di un utile di bilancio, per le pa stanno nella capacità di portare a compimento il programma quinquennale dell'amministrazione, cosa per la quale serve l’impegno e la collaborazione di tutti». E ha rimarcato come al dipendente comunale, nel momento in cui si rapporta alla cittadinanza, nelle sedi comunali o all’esterno, sia anche richiesto l’onere della rappresentanza, il che implica un’attenzione supplementare. Una richiesta è stata di collaborare nello sforzo comune di creare un maggiore spirito di squadra, perché se c’è mutuo aiuto e sostegno tutto funziona meglio, se invece ognuno fa solo la propria parte si creano problemi nei procedimenti, che non vanno avanti.

Il vicesindaco Zampiccoli ha detto come le idee e i progetti della parte elettiva dell’amministrazione non possano sperare di diventare realtà se non con il lavoro, la dedizione e la collaborazione del personale del Comune, al quale perciò si chiede esplicitamente aiuto, «con la speranza che si riesca a creare uno spirito di unità che permetta di realizzare al meglio il programma».













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