Gli Amici della Sarca chiedono la pulizia periodica del fiume
arco. A otto giorni dall’esondazione del fiume Sarca, lungo il suo corso da Pietramurata alle foci di Torbole, allagando campagne, abitazioni e strade, si rincorrono e susseguono le voci di chi...
arco. A otto giorni dall’esondazione del fiume Sarca, lungo il suo corso da Pietramurata alle foci di Torbole, allagando campagne, abitazioni e strade, si rincorrono e susseguono le voci di chi chiede una pulizia regolare e periodica della Sarca. A sostenere questa necessità anche l’associazione Amici della Sarca che inoltre chiede un ruolo maggiore al Parco Fluviale della Sarca.
«Abbiamo da sempre affrontato il tema in occasione di alcuni confronti ai quali abbiamo partecipato negli ultimi anni, senza mai sottovalutare la problematica e cercando di individuare soluzioni che garantissero la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente fluviale - spiegano i membri dell’associazione -. Durante il percorso partecipativo che ha portato alla costituzione del parco fluviale della Sarca, è stato affrontato il tema della gestione dei bacini a monte del Basso Sarca, specialmente del bacino di Ponte Pià». Secondo gli Amici della Sarca anche il bacino dev’essere periodicamente pulito dai materiali e sedimi che vi si accumulano nel tempo riducendone la capienza. «Da quanto ci risulta - precisano - è stato predisposto dai servizi competenti, l’apposito piano di manutenzione del bacino, con la previsione della pulizia dello stesso e lo smaltimento dei materiali. Il piano, però non ha avuto ancora attuazione». Tra le tematiche da discutere anche quella di capire se sia possibile svuotare anticipatamente il bacino di Ponte Pià prima degli eventi piovosi, soprattutto in considerazione della prevedibilità degli stessi.
«Un altro tema - continuano - è la pulizia dell’alveo dalla vegetazione presente. Anche questa problematica avrebbe dovuto essere affrontata, in maniera costante, negli anni, garantendo la salvaguardia dell’habitat fluviale con la creazione e manutenzione di nicchie ecologiche. Nei tratti di fiume in cui si è lavorato con questo approccio, durante le piene verificatesi non si sono registrati particolari problemi. Sarebbe necessario - sottolineano - procedere in questo modo su tutto il corso del fiume».
Dubbi invece sul dragaggio. «Questo tipo di pulizia è un intervento che gli esperti ritengono dannoso in quanto modifica l’habitat, aumenta la velocità del flusso con conseguente incremento dei fattori di rischio per i ponti».