«Garda Unico, il nostro futuro» 

Il dibattito sul turismo. Il direttore dell’azienda turistica Schwazer lavora al «riposizionamento» per selezionare una specifica clientela «Il Covid non ha cambiato il mondo turistico. Davanti a noi due nuove sfide: la riforma dell’Apt e guardare il territorio con gli occhi dell’ospite» 


Leonardo Omezzolli


Alto garda. La parola d’ordine per il futuro del turismo locale è riposizionamento. Questo il concetto che ha delineato il neo direttore Oskar Schwazer e che permetterà al Garda Trentino di definire meglio la propria immagine e conseguentemente le strategie e gli investimenti da avviare per selezionare una specifica clientela di turisti. Insomma, si dovrà cominciare a dire di “no” a qualcuno e non continuare, come negli ultimi periodi a guardare all’incremento dei numeri in termini di presenze e soggiorni. Per il sindaco di Riva Adalberto Mosaner, Enzo Bassetti presidente Unat Alto Garda e per lo stesso presidente Marco Benedetti il punto di partenza si chiama “Garda Unico”.

La volontà è quella di innalzare la qualità del turismo altogardesano anche sacrificando i numeri che sulla lunga distanza non potranno portare ad un equilibrio economico turistico territoriale. Se le parole del direttore sono state accolte con soddisfazione quello che è emerso dal successivo dibattito è la mancanza di idee per una specifica strategia di riposizionamento. Ossia quali risposte dovrà dare il Garda Trentino in termini di immagine. «Dobbiamo guardare in avanti, oltre a quest’anno - ha dichiarato Schwazer -. Il Covid non ha cambiato il mondo turistico che stava già cambiando, la pandemia ha accelerato il tutto. Davanti a noi ci sono due nuove sfide, la riforma dell’Apt e la capacità di guardare il territorio dal punto di vista dell’ospite, capire non il “cosa” voglia, ma i “perché” lo vuole».

Forse ci si aspettava qualche proposta d’azione che desse la giusta accelerata a un percorso che lo stesso direttore ha definito impegnativo e in salita soprattutto perché «i nostri concorrenti diretti hanno già intrapreso questa strada con successo». Secondo Mosaner «da considerare c’è tutto il lago di Garda. L’architetto Boeri ha recentemente declinato la città del futuro, formata da un grande parco centrale sul cui perimetro si posizionano le piccole città, i borghi. Questi siamo noi. Il nostro parco si chiama Garda, le città sono i borghi lacustri, ognuno con le proprie singole specificità. Il lago - continua Mosaner - è già un prodotto economico fatto di sport, attività, borghi e cultura. Il marchio Garda, non è solo un logo. Il nostro ospite internazionale non è interessato ai confini. Siamo il più importante bacino turistico lacustre d’Italia». Stessa opinione per Bassetti. «Puntiamo sul Garda Unico, creato 20 anni fa e ancora fermo al solo nome». Così anche per Benedetti che il Garda Unico l’ha fatto nascere da assessore provinciale nel ‘97. «Oggi dobbiamo guardare lì e forse qualcosa si sta muovendo. Per ora l’ipotesi è quella di trovarci tutti insieme a settembre e vedere se condividiamo di procedere con l’obiettivo Garda Unico».













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