Antifascismo, scatta la “clausola” 

Niente più modulo per le associazioni: la dichiarazione sarà inserita nella richiesta di spazi pubblici



ARCO. «Le associazioni di Arco non dovranno più firmare un modulo a sé stante in cui dichiarano di aderire ai valori dell’antifascismo. La dichiarazione, infatti, sarà contenuta nel modello per la richiesta di spazi pubblici: si tratterà di una dicitura specifica che farà parte del regolamento assieme agli altri requisiti». Alla fine la quadratura del cerchio sembra sia stata trovata. O almeno così auspica il consigliere comunale di Arco Tommaso Ulivieri, il principale promotore della mozione sull’antifascismo che ha sollevato, quest’estate, infinite discussioni arrivando a scatenare la protesta di molte associazioni della zona.

Le amministrazioni comunali di Arco e Riva stanno lavorando assieme già da qualche settimana per raggiungere un obiettivo condiviso e un accordo che soddisfi tutti. «Le due municipalità - spiega Ulivieri - hanno deciso di affrontare insieme la questione e su questo stanno lavorando soprattutto i rispettivi segretari comunali. L’idea è quella di togliere l’atto notorio per la dichiarazione di antifascismo, pertanto non si dovrà più firmare un modulo a sé stante. La dichiarazione di adesione ai valori dell’antifascismo verrà inserita nel modello per la richiesta di utilizzo degli spazi pubblici per l’organizzazione di eventi e manifestazioni. La dicitura sarà parte integrante del documento standard che utilizzeranno i Comuni di Arco e Riva per la concessione delle aree pubbliche». In altre parole, la dichiarazione antifascista diventerà una delle clausole del “contratto” di cessione temporanea e gratuita, alle associazioni del territorio, degli spazi pubblici da utilizzare per l’organizzazione delle varie iniziative.

La proposta è già stata valutata positivamente dalle due amministrazioni comunali, in primis dai due sindaci Betta e Mosaner. Ora si tratterà di definire i dettagli della questione in maniera da rendere operativa questa novità nel giro di qualche mese.

«La dicitura, molto semplicemente, riporterà l’adesione ai valori dell’antifascismo - prosegue il consigliere comunale di Arco Bene Comune, fresco di assoluzione nel processo in cui era chiamato a rispondere, assieme a Mirko Carotta, del reato di diffamazione su querela di Valter Pilo - anche se a me sarebbe piaciuto inserire anche il divieto, per la propaganda fascista, di utilizzare gli spazi comunali. Ad ogni modo non siamo i soli e neppure i primi ad intraprendere una iniziativa del genere. È già stato fatto a Torino, Siena, Cesena e la mozione verrà discussa anche a Milano». (gl.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano