Anche a Bolzano la truffa del parente arrestato: solo ieri otto segnalazioni
La Questura mette in guardia: "nel nostro ordinamento non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro"
BOLZANO. Nella giornata di ieri, la Questura di Bolzano ha ricevuto otto segnalazioni di tentativi di truffa, tutte con lo stesso modus operandi: alcuni cittadini sono stati contattati telefonicamente sulla propria utenza fissa, da un soggetto che, affermando di chiamare da un Ufficio di Polizia e di esserne il “capo”, ha comunicato al malcapitato di averne arrestato il figlio.
Il truffatore fa generalmente intervenire anche un complice, che, fingendosi il figlio della potenziale vittima, disperandosi e piangendo, chiede aiuto. Il truffatore, poi, a titolo di cauzione, chiede denaro o monili per rimettere in libertà il congiunto.
Per la prima volta, stando alle informazioni raccolte ieri dalla Questura, nessuna delle persone contattate a Bolzano e dintorni è caduta nella trappola, mettendosi in contatto con i propri figli e con la Polizia.
La Questura, nel ribadire che nel nostro ordinamento non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro, invita tutti e soprattutto le persone anziane a prestare massima attenzione a questo tipo di richieste telefoniche, consigliando di contattare sempre, come successo nella giornata di ieri, le Forze dell’Ordine, attraverso il 112 NUE.