«Un sito molto complesso»
Nago. torbole. La movimentazione di circa 400 metri cubi di terra ha messo in luce la complessità e l’estensione del sito. Ora le ricerche stanno procedendo in maniera più ampia, per restituire,...
Nago. torbole. La movimentazione di circa 400 metri cubi di terra ha messo in luce la complessità e l’estensione del sito. Ora le ricerche stanno procedendo in maniera più ampia, per restituire, entro il 2021, un’area già in parte fruibile dalla comunità. «Valorizzare non significa solo restaurare un muro e posizionare un pannello narrativo, ma produrre un racconto supportato da dati scientifici che possa essere accessibile e comprensibile dal grande pubblico – dichiara Emanuele Vaccaro – conoscere la storia di Doss Penede significa aprire un libro e riscoprire un’intera pagina di storia, che non è solo quella di Nago-Torbole: il sito ha una complessità e una sequenza tale da poterci permettere di riconsiderare la storia del passaggio tra la seconda Età del Ferro e l’Età romana dell’intero comprensorio altogardesano». Con un modello di fruibilità innovativo. «Non è escluso che, in futuro, si possa ricostruire una casa retica, selezionando un edificio presente, chiaramente tenendo ben distinte la porzione antica e quella ricostruita – aggiunge – oggi, però, è importante che vi sia anche un reale interesse da parte della politica, e una volontà di appropriarsi veramente (in senso positivo) del bene culturale – conclude – come Università di Trento ci prendiamo l’impegno di portare avanti questo progetto perché il potenziale è enorme, ma è necessario un confronto costante e virtuoso tra le varie istituzioni, e la volontà di investirci davvero». S.BASS.