Santi: «Crisi, manca dialogo» Il Patt: «Rinegoziare i canoni»
Riva. «In un momento tanto difficile per imprese, cittadini e lavoratori, dobbiamo purtroppo constatare, a oggi, l’assoluta indisponibilità da parte dell’amministrazione comunale rivana a istituire...
Riva. «In un momento tanto difficile per imprese, cittadini e lavoratori, dobbiamo purtroppo constatare, a oggi, l’assoluta indisponibilità da parte dell’amministrazione comunale rivana a istituire un dialogo costruttivo per predisporre soluzioni efficaci nella gestione dell’attuale crisi»: lo dice la candidata sindaca del centrodestra Cristina Santi, parlando di “stallo politico, economico e umano”. Al contempo, dal futuro polo centrista di Claudio Molinari (in particolare dal Patt) chiedono la rinegoziazione dei contratti d’affitto di locali pubblici in essere sul territorio e lo sblocco dell’avanzo di amministrazione. Tornando al centrodestra, Santi (Lega) dice che riguardo alla gestione dell’emergenza coronavirus «da parte dell’intera coalizione c’è sempre stata una disponibilità completa a confrontarsi sul tema, nell’interesse dell’intera comunità e superando le divisioni partitiche. Riva vive con il contributo di tutti, invece ci troviamo di fronte a un atteggiamento che si fatica a comprendere».
«Si ripropone nel nostro piccolo – aggiunge Silvio Salizzoni, referente di Fratelli d’Italia – la chiusura che si avverte al Governo, quando invece il dialogo dovrebbe consentire di fare fronte comune a una situazione tanto grave». «Abbiamo tante proposte per Riva – conclude Lorenzo Prati della lista La Rocca – da presentare all’amministrazione che crediamo possano concretamente dare una mano a tutti».
Proposte che, come accennato, arrivano anche dal Patt: i consiglieri comunali Silvia Betta e Marco Martini chiedono al sindaco Adalberto Mosaner e alla sua Giunta di valutare di dare la possibilità ai locatari di proprietà comunali (o di società a partecipazione comunale) di rinegoziare i canoni d’affitto in essere o di esentarli dal pagamento di tali canoni per i mesi di chiusura forzata (non limitandosi alla sospensione con proroga), di promuovere l’esenzione parziale o totale del canone d’affitto per le sedi associative se in locali di proprietà comunale (o di stanziare un contributo per gli affitti o per le spese che dovranno sostenere le associazioni qualora ne facciano richiesta) e di farsi portavoce con la Provincia perché permetta l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione in spesa corrente per poter provvedere al pagamento, e non solo alla sospensione, delle tariffe comunali per le attività commerciali che sono chiuse per cause di forza maggiore. M.CASS.