Salvataggio in mare, premiati da Rossi 

Aquila di San Venceslao ai quattro studenti arcensi protagonisti di un soccorso a San Vito Lo Capo


di Katia dell’Eva


ARCO. Hanno ricevuto ieri, dalle mani del presidente della Provincia Ugo Rossi, il simbolo per antonomasia del territorio trentino e della sua autonomia, l’aquila di San Venceslao, i quattro ragazzi arcensi che, negli scorsi giorni, avevano fatto parlare di sé in seguito al salvataggio di quattro bambini e due mamme nelle acque siciliane. «Un omaggio che solitamente viene consegnato alle personalità illustri e a chi si distingue per grandi gesti, ma che» - ha spiegato Rossi , rivolgendosi ai quattro neo-maturandi - «abbiamo voluto dare a voi come segnale del fatto che il vostro gesto non è passato inosservato: siamo orgogliosi di voi».

Parole di fierezza e di ringraziamento alle quali si sono aggiunte anche quelle dei due rappresentanti del Consiglio Provinciale, Luca Giuliani e Lorenzo Baratter, nonché del vicesindaco di Riva Mario Caproni, del presidente del Consiglio arcense Flavio Tamburini, del sindaco Alessandro Betta e dell’assessore alle politiche giovanili Silvia Girelli, tutti presenti all’incontro di ieri pomeriggio, nella sala Giunta di Arco. «Siete un modello per ciascuno degli altri vostri giovani concittadini» - ha dichiarato infatti Betta - «un esempio di cosa significhi salvaguardare la vita altrui, ma anche – e non è da sottovalutare – dei portavoce di una comunità che funziona e che sa dare buoni frutti».

Luca Cerutti, Alessandra Zanetti, Margherita Planchestainer e Mattia Vicari si erano distinti, martedì scorso, per aver tratto in salvo due famigliole dalle agitate acque di San Vito Lo Capo, dove si trovavano in vacanza per festeggiare il conseguimento del diploma. «Siamo ancora dell’idea di non aver fatto nulla di straordinario» - ha affermato Luca, facendosi portavoce degli amici - «il nostro gesto è stato spontaneo. È vero che, nella medesima situazione, c’è chi avrebbe potuto girarsi dall’altra parte, ma per noi vedere la paura nello sguardo della prima madre che ha richiamato la nostra attenzione è stato sufficiente per agire». Ex-allievo dei Vigili del Fuoco, Luca, ci tiene ad aggiungere dell’altro: «Non abbiamo però voluto strafare: nessuno di noi è un abile nuotatore e portare a riva un bambino, tornando poi in mare controcorrente, non avrebbe fatto altro che renderci a nostra volta “vittime”». Un misto di coraggio e intelligenza, dunque, quella dei quattro giovani, che sono stati sottolineati da doni da parte sia dell’amministrazione arcense, che da quella rivana – in rappresentanza anche del quinto ragazzo anonimo, cittadino di Riva -. Fieri e soddisfatti anche i genitori presenti.













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