Reperti bellici, stop al vallo tomo
Il caso ad Arco. Gli operai hanno trovato tre manufatti sulla linea di scavo e per la legge non possono essere toccati. Per i primi due è stata necessaria una variante, che alzerà l’opera di 4 metri. Per il terzo ritrovamento il Comune attende una risposta dalla stessa Provincia
Arco. Si profila un nuovo stop per il cantiere che sta procedendo al completamento del vallo tomo a Linfano: la presenza sulla linea di scavo di un reperto della prima guerra mondiale impedirà fra qualche giorno agli operai della ditta che si sta occupando dell’intervento di procedere oltre. E al momento nessuno in Comune sa come bisogna comportarsi. Ieri pomeriggio era prevista una conferenza dei servizi con la Provincia che è stata rimandata a data da destinarsi: in assenza di decisioni in merito, c’è il rischio fondato che le operazioni di scavo vengano sospese fino a quando non si troverà una soluzione.
«In realtà abbiamo due opzioni – ha spiegato l’assessore alle opere pubbliche, nonché vicesindaco, Roberto Zampiccoli – una prevede di poter scavare sul sedime occupato dal cosiddetto reperto, purché qualcuno se ne prende la responsabilità, l’altra invece di lasciare un varco di almeno venticinque metri nella barriera, con tutte le conseguenze del caso. Purtroppo la legge approvata a tutela dei reperti bellici – ha proseguito Zampiccoli – non fa differenza fra testimonianze di valore e resti di scarsa importanza come può essere questo».
Il manufatto che impedisce di fatto il completamento dell’opera è rappresentato da due muretti a secco appoggiati ad un masso: «Vista la sua natura – ha spiegato il vicesindaco – difficilmente si tratta di un’opera realizzata apposta per la difesa dei soldati, altrimenti sarebbe stato utilizzato del cemento armato: con ogni probabilità si tratta di una vecchia costruzione agricola adattata alla situazione. Persino la sovrintendenza ha lasciato capire che si tratta di un reperto di scarsa importanza: eppure oggi rischiamo di fermare un’opera di capitale importanza per la sicurezza della comunità di Linfano per questo».
I reperti che secondo normativa dovevano essere tutelati erano tre: per due, collocati più in alto, si è dovuto procedere ad una variante che però costringerà ad alzare la barriera di ben quattro metri, rendendola molto più impattante rispetto al progetto originale. «È il risultato di anni di ostilità da parte dei comitati – ha commentato il sindaco Alessandro Betta – che alla fine hanno ottenuto il risultato diametralmente opposto al fine per cui si sono attivati: ora il vallo tomo sarà molto più alto e visibile. Il che dovrebbe suggerire una presa d’atto da parte loro e la disponibilità ad un tavolo di confronto per le azioni future». Il paradosso è poi rappresentato dal fatto che si tratta di testimonianze che non potrà mai visitare nessuno: esse si trovano infatti in un’area a rischio geologico e, come ha confermato lo stesso assessore Zampiccoli, «nessuno darà mai il permesso ai turisti o agli appassionati di storia di avvicinarsi».
La speranza in Comune è che qualcuno in Provincia si prenda la responsabilità di dichiarare quel manufatto di scarsa importanza e permetta alle ruspe di realizzare lo scavo necessario al completamento dell’opera.