Regate a rischio, mancano soldi per le boe geotecniche 

L’appello dei circoli vela. Già ordinate e pronte alla consegna, ma le sovvenzioni pubbliche promesse non sono arrivate. Cresce la preoccupazione: tra un mese i primi eventi internazionali


Aldo Cadili


Ledro. Preoccupante impasse sull’Alto Garda trentino per lo svolgimento delle imminenti regate, immancabilmente internazionali, che i vari circoli velici della zona organizzano annualmente fino a novembre. Necessitano urgentemente 182 mila euro, ma, attualmente, non sono disponibili, malgrado le promesse mai concretizzate di generose sovvenzioni pubbliche, per pagare le 20 boe geotecniche, telecomandate per via satellitari. Sono già ordinate e pronte alla consegna. Servono per contraddistinguere il campo di gara. Generalmente per ogni competizione sono impiegate tre boe, ma sovente nella stessa giornata hanno luogo, contemporaneamente, due o tre competizioni a cui si aggiungono questi “segna via” galleggianti per i percorsi degli allenamenti dei velisti. Inoltre è da mettere nel conto le possibili avarie dei motori elettrici di cui sono dotate le boe per gli spostamenti telecomandati. Degli indispensabili contributi di enti pubblici non c’è traccia malgrado l’ampia disponibilità espressa a suo tempo il cui leitmotiv era «Trasformiamo una criticità in un’opportunità» oppure «si avrà il duplice obbiettivo di salvaguardare il lago e offrire servizi sempre più innovativi».

Lo scorso anno c’erano state delle iniziative analoghe di carattere preparatorio con un’azienda statunitense e poi svizzera, infine, a febbraio era stato concluso un accordo con una nota industria italiana per la fornitura delle venti boe “Made in Italy”. Questa iniziativa era stata avviata dal Consorzio, denominato “Garda Trentino Vela” costituito sempre a febbraio, tra i vari club locali, Circoli Vela e Surf di Torbole, Circolo Vela Arco, Lega Navale Italiana benacense e la Fraglia Vela Riva e presieduto dal presidente di quest’ultimo sodalizio, Alfredo Vivaldelli. L’obiettivo di questo organismo senza scopi di lucro, riguarda il coordinamento della loro attività agonistica. Purtroppo trattandosi di una attività dilettantistica questi sodalizi non dispongono di risorse economiche. I loro risicati bilanci sono notevolmente appesantiti dai mesi di lockdown, conseguenza del dilagare del Coronavirus.

L’urgenza nella disponibilità delle boe è imposta da due gravi motivi. Tra un mese, salvo improbabili provvedimenti sanitari restrittivi, inizieranno sull’Alto Garda le regate internazionali che i vari Circoli velici della zona organizzano annualmente. Il primo appuntamento agonistico di prestigio, l’ha programmato il Circolo Vela Torbole che, leggendo il suo sito internet, avverrà dal giorno 17 al 19 con i quotati e diffusi scafi J24. L’altra urgenza risale allo scorso novembre quando la Forestale inviò alla Procura della Repubblica di Rovereto una relazione in cui contestava al Circolo Vela Torbole il reato di abbandono di rifiuto e di conseguenza i club velici altogardesani sono stati costretti a progettare un futuro diverso.

Succedeva che per lo svolgimento delle regate le boe di percorso venivano posizionate in acqua erano ancorate a plinti di cemento o laterizio calati sul fondale (oltre i cento metri di profondità) per mantenere fisso il punto di riferimento per gli equipaggi. Terminata la competizione, gli addetti, anziché recuperare con evidente difficoltà il materiale, preferivano tagliare le corde, generalmente in plastica, abbandonandolo. Per gli inquirenti si trattava di un rifiuto a tutti gli effetti essendo non degradabile.















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