Parco Fluviale della Sarca: «Via libera al Forum» 

Il caso. Gli “Amici della Sarca” e le associazioni ambientaliste avevano chiesto la convocazione di una riunione plenaria per esporre le proprie tesi sul fiume: «Un traguardo importante»


Leonardo Omezzolli


Alto garda. Lo scorso 30 novembre gli Amici della Sarca e le associazione ambientaliste e di eco sostenibilità locali avevano chiesto al Parco Fluviale della Sarca la convocazione urgente di una riunione plenaria del Forum Territoriale previsto proprio dall’accordo di programma finalizzato all’istituzione della Rete delle Riserve Sarca. L’appello è stato accolto ed è stata comunicata dallo stesso presidente del Parco l’accoglimento della richiesta. «Diamo notizia - scrivono le associazioni firmatarie - dell’accettazione di convocazione del Forum territoriale, organismo partecipativo previsto dalla governance del Parco Fluviale per un confronto sulle recenti problematiche manifestatesi dopo le recenti piene. È con soddisfazione - precisano - che apprendiamo che la richiesta è stata presa in considerazione dal Presidente del Parco Fluviale, pertanto restiamo in attesa della convocazione del Forum. Un traguardo ritenuto importante per Amici della Sarca, Italia Nostra sezione di Trento, Wwf Trentino, Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo Sostenibile, Associazione Rotte inverse, Ledro Inselberg e Associazione Salva Area Lago. Ora potranno esporre le proprie tesi e il proprio punto di vista all’interno di un contesto istituzionale, nella speranza di contribuire a ridefinire la gestione dell’intero sistema Parco Fluviale, a cominciare dagli interventi di ripristino degli argini».

In termini di sicurezza della popolazione sono intervenuti anche il consigliere comunale Tommaso Ulivieri e la consigliera provinciale Lucia Coppola. «Sappiamo che la vegetazione riparia della Sarca tornerà presto a dare habitat ai movimenti della sua fauna, nonostante le drastiche misure di pulizia messe in campo recentemente dal Servizio Bacini montani a seguito delle piene e delle esondazioni del 3 ottobre - scrivono Ulivieri e Coppola -. La messa in sicurezza delle persone, delle coltivazioni e dei manufatti è prioritaria, ma non può essere disgiunta dalla salvaguardia degli ecosistemi afferenti al fiume. Le due esigenze non devono entrare in conflitto, perché è il momento del dialogo fra tutti i portatori di interesse verso l'unico obiettivo possibile: la coesistenza dell'ecosistema fluviale con l'essere umano. Crediamo - spiegano - che ci siano tutti gli strumenti per dismettere un approccio meramente emergenziale della gestione del rischio esondazioni, per passare ad una pianificazione di prospettiva sulla base della condivisione della documentazione tecnico-scientifica in capo ai Servizi dei bacini montani e del Parco fluviale». Ulivieri e Coppola si appellano alla Provincia e ai Comuni che hanno sottoscritto l'accordo di programma con il Parco Fluviale, «perché si investa seriamente sul Forum territoriale previsto affinché sia ribadito che è giusto che la natura faccia il suo corso e che sta all'essere umano sapervisi adattare al meglio».













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